Partiamo da un punto che crediamo ormai assodato e condiviso: il rilancio del commercio è uno step fondamentale per il rilancio dell'economia e di conseguenza per l'uscita progressiva del paese da una crisi divenuta ormai congenita, caratteristica peculiare del tempo in cui viviamo.

Secondo un'indagine di Confesercenti, nel 2015 sono sparite, tra negozi e pubblici esercizi, circa 30 imprese al giorno. Parliamo di una vera e propria desertificazione di attività commerciali nei centri urbani: ad oggi quasi il 25% dei locali commerciali sono sfitti per mancanza di un'impresa che vi operi all'interno. Per favorire il commercio, una delle armi che le amministrazioni comunali hanno a disposizione è quella di poter favorire il contesto urbano nel quale il commercio opera. E per favorirlo, basta attuare un piano regolatore efficiente su sosta e mobilità, attraendo i cittadini a muoversi in centro, fare shopping, visitare luoghi, ecc. Un'arma che riteniamo invece controproducente è attuare politiche restrittive alla mobilità: una mossa che porta sempre ad effetti collaterali negativi.

L'Area C di Milano può essere una dimostrazione di questo concetto. Come saprete, l'Area C è un'area del centro storico milanese con particolari restrizioni di accesso: per la maggior parte dei veicoli l'accesso è a pagamento, per alcuni (elettrici, moto, disabili e persone dirette al pronto soccorso) è gratis, per altri (benzina Euro 0, diesel Euro 0-1-2-3, veicoli più lunghi di 7,5m) è del tutto vietato. È in corso la delibera della giunta per le modifiche riguardanti il 2017, con l'obiettivo di ridurre dell'8% gli accessi all'area. Ecco in cosa consistono le modifiche:

  • Veicoli Euro 3 Diesel (residenti): possono accedere solo 40 volte (gratis) fino al 15 ottobre 2017, poi non potranno più accedere;
  • Veicoli Euro 4 Diesel (trasporto persone): divieto di accesso da febbraio 2017 con deroga esclusiva per residenti, forze dell'ordine e bus turistici;
  • Veicoli Euro 4 Diesel (trasporto cose): divieto di accesso dal 15 ottobre 2017;
  • Veicoli a Gpl, metano: pagano l'accesso da febbraio 2017;
  • Divieto d'accesso tra le 8 e le 10 ai veicoli per il trasporto merci;
  • Ticket da 100 euro per i bus turistici Euro 5, da 200 euro per quelli Euro 4.

Ora, è vero che Milano ha una rete di trasporto pubblico invidiabile per diffusione e qualità rispetto ad altre realtà italiane (non altrettanto rispetto alle realtà europee…), ma le politiche restrittive alla mobilità privata comportano il rischio (grave) che il centro cittadino diventi un'oasi deserta. Diminuire il flusso di persone vuol dire diminuire il flusso di contanti nelle casse di chi lavora in centro; diminuire gli accessi è la direzione sbagliata, semmai quella giusta è aumentarli! Un dato preoccupante? Le autorimesse del centro sono mezze vuote, e la sosta su strada non è sicuramente la soluzione (anzi). Lo stesso presidente dell'APA – Associazione Provinciale Autorimesse – dichiara: «Il vero problema di Milano è quello della sosta. Il 30% del traffico dipende dalla gente che cerca parcheggio.»

Per fortuna la nuova amministrazione deve essersi accorta che le restrizioni risultavano controproducenti, tanto da adoperarsi per alleggerirle rimandando la decisione sulle modifiche 2017. L'Assessorato alla Mobilità proprio in questi giorni sta cercando un accordo con le autorimesse per rendere vantaggioso il parcheggio nel sottosuolo. Innanzitutto ha annunciato che a partire da gennaio verranno tagliate le strisce blu del 30%, poi ha promesso di abbattere il costo del ticket d'ingresso per chi decide di sostare nelle rimesse convenzionate, e di diminuire le tariffe orarie. Verranno giustamente garantite anche alcune deroghe chieste dai commercianti: possibilità di transito in fascia vietata per i veicoli della catena del freddo e per i corrieri in conto terzi, accesso libero per gli ambulanti da casa al mercato o per i traslocatori, deroghe per le consegne ai negozi di moda del quadrilatero, ecc.

Mobilità e vitalità di una città sono due aspetti fortemente collegati. Ogni amministrazione deve stare sempre sul pezzo per migliorare la vita dei suoi cittadini: tasse e proventi della sosta dovrebbero servire proprio a migliorare la viabilità e le infrastrutture ad essa connesse. I cittadini che vivono e lavorano nelle città si accorgono presto se i loro soldi vengono spesi al meglio oppure no. E i commercianti, purtroppo, sono i primi ad accorgersene.