Prima o poi finiranno come Totti e i carabinieri, dileggiati da freddure e velenose barzellette. Poveri ausiliari del traffico! Non si puಠdire che godano del consenso popolare.

Ora ci si è messo anche il sindaco di Firenze. Il giovane Matteo Renzi ha infatti emesso un’ordinanza che priva gli ausiliari della possibilità  di fare multe per violazioni alla sosta. Un sadico piacere che, d’ora in avanti, sarà  appannaggio esclusivo dei vigili urbani.
Queste le sue ragioni. ‘Non accetto – ha dichiarato – l’idea di fare il bilancio comunale con le multe. Le contravvenzioni servono per sanzionare comportamenti scorretti, non per riempire le casse‘. Giusto, anzi, sacrosanto, se si guarda alla faccenda da questo punto di vista. Tanto più che il capoluogo toscano, stando ai dati della locale polizia municipale, si è conquistata nel 2008 il primato di città  italiana in cui sono state emesse più multe. 859.959 i verbali emessi (in quasi un terzo dei casi, 250.315, i vigili urbani hanno sanzionato soste abusive, ma hanno staccato più multe gli ausiliari del traffico, 135.322, che la polizia municipale di ruolo, 115.093).

L’exploit di Renzi appare dunque una neanche troppo implicita critica a un costume tutto nostrano. Si stima infatti che in Italia vengano elevate due multe al secondo, più di 12 milioni e mezzo l’anno. Un moto perpetuo di penne sui taccuini, insomma, che vede gli ausiliari del traffico impegnati in prima linea, nella veste di integerrimi sostituti dei vigili che non si lasciano scappare neanche un posteggio abusivo. Portando milioni di euro ai Comuni, strozzati dal taglio dei trasferimenti statali.

Ancora una volta i numeri parlano chiaro. Dal 2000 a oggi, infatti, l’introduzione di queste figure, unita a altre misure quali ecopass, autovelox e ztl, ha fatto triplicare il numero degli incassi seguiti agli accertamenti, passati da 750 milioni a 2 miliardi di euro l’anno. Denaro che tuttavia, rispondono piccate altre amministrazioni al sindaco fiorentino, non è mai servito per fare cassa, ma casomai per migliorare, come previsto dalla legge, per migliorare la mobilità  cittadina.
Vero. Forse. Puಠdarsi. Certo non servirebbe un sondaggio per capire se gli automobilisti sono d’accordo.

Dichiara Domenico Mangone, assessore comunale alla Polizia Municipale di Torino, che gli ausiliari sono indispensabili per il controllo della viabilità  in città , e che sgravano di parte del lavoro i già  oberati vigili urbani. A Milano, invece, rammentano che una recente sentenza della Cassazione (seguita a una pioggia di ricorsi) ha ristretto le loro facoltà , e ora le 300 ‘sentinelle’ dei 3000 ghisa disponibili devono limitarsi a sanzionare chi non rispetta le strisce blu e non chi lascia l’auto in seconda fila.

Insomma, con chi abbiamo a che fare, con perfide sanguisughe o con moderni paladini dell’asfalto?
La verità  è che, in linea teorica, si tratta senza ombra di dubbio di figure necessarie per controllare e regolare la sosta, tanto più se si considera la carenza di organico che affligge la polizia municipale.
Ma è pur vero che, troppo spesso, le società  che gestiscono i parcheggi, ricevendo un compenso superiore anche ai 10 euro per ogni verbale emesso, tendono a incentivare un ‘ chiamiamolo coì ‘ eccessivo zelo (in malafede) da parte di questi lavoratori.
Il problema coinvolge dunque il sistema, più che la categoria di persone: un sistema che sembra avere l’obiettivo di punire l’automobilista e banchettare alle sue spalle, più che portare ordine nel caos cittadino.
Un plauso, dunque, al sindaco fiorentino che ha dato la stura a un dibattito di carattere morale sulla questione; e a tutti quegli ausiliari che contribuiscono a rendere più snella e agevole la mobilità , piuttosto che a quelli che si accaniscono sul centimetro di suolo sfiorato da una ruota.