Il lavoro? Certamente: lo spauracchio della precarietà è dietro l’angolo per tutti. La sicurezza? Un problema sentito, oggi come non mai…Eppure, a sorpresa, a crucciare più di ogni altra cosa l’italiano medio sembrerebbero essere i problemi legati a traffico e mobilità: in cima alla “wishlist” dei nostri concittadini, infatti, figura proprio l’esigenza che siano gestiti in maniera efficiente.

 

Tutto questo è quanto emerge da una ricerca estensiva condotta dall’Istituto Piepoli, agenzia leader nel campo delle ricerche di marketing e opinione, per Telma Lab di Mobility 2°, laboratorio Trasporti, Energia, Logistica, Mobilità, Ambiente nonché cuore pulsante del Consorzio M2, che raggruppa i principali player dei settori.

La ricerca condotta dall’Istituto è stata effettuata su un campione di 500 casi segmentato per sesso, classi d’età e comune di appartenenza, rappresentativo dei cittadini italiani maggiorenni nel mese di gennaio 2018 con metodologia ibrida CATI-CAWI.

 

Se si tiene conto della totalità degli intervistati lungo tutto lo Stivale, emerge come “traffico e mobilità” siano considerati il tema in assoluto più sentito (è indicato come il principale dal 27% del campione), seguito da “sicurezza e legalità” (18%), “rifiuti e ambiente” (16%), “lavoro e occupazione” (16%), “assistenza per le fasce deboli”, “servizi sanitari”, “cultura e turismo”, “strutture e iniziative sportive”, “scuole e asili”.

Le code in tangenziale, gli imbottigliamenti cittadini, gl’interminabili minuti trascorsi sulle banchine di autobus e tram attendendoli come il Godot di beckettiana memoria; e, naturalmente, quelli spesi in auto, imprecando, nella vana ricerca di un parcheggi rappresentano evidentemente una spina nel fianco per una moltitudine di uomini e donne di tutte le età. Le zone in cui la questione è in cima ai pensieri di tutti? Il florido Nord, dove evidentemente la (relativa) prosperità economica non va di pari passo con l’efficienza in fatto di strade, sosta e trasporti; ma anche il Sud e le Isole, che, purtroppo, sappiamo essere molto carenti in fatto di infrastrutture. La situazione sembra essere un poco – ma solo un poco – meno critica al Centro: qui, infatti, gl’intervistati pongono in cima alla lista delle loro più urgenti necessità quella di avere un lavoro (e del resto, come non condividere?).

 

Appare evidente che il dato emerso dalla ricerca impone l’esigenza di ripensare le città e definire con più chiarezza rispetto a quanto avvenuto sino a ora le linee guida urbane. Il punto dal quale partire è la visione “olistica” espressa con efficacia dal moderno concetto di “smart city”, oggetto, ormai da oltre dieci anni, di innumerevoli convegni e dibattiti.

 

I nuovi stili di vita hanno ridefinito le necessità dei singoli, come ha evidenziato, nel corso di un’intervista, Luca Masciola, Direttore Scientifico del Telma Lab di Mobility 2°: <<Passiamo da un mondo in cui il trasporto per una persona era un triangolo lavoro, acquisti, casa. Oggi i contatti sono aumentati con lo smart working e la risposta della mobilità deve essere articolata con il cambiamento del mezzo di trasporto anche nell’ottica della proprietà>>. Il luogo di lavoro diventa dunque un “luogo di sviluppo e di intercettazione di una parte del bisogno di mobilità”; ma sono anche altri spazi a trasformarsi. Un esempio? I centri storici delle città, che, si stanno svuotando degli esercizi commerciali e, di conseguenza, desertificandosi.

 

Per quel che riguarda questi due aspetti, è chiaro che, da un lato, la situazione-traffico potrebbe notevolmente snellirsi in concomitanza con il cambiamento delle modalità di lavoro quotidiano (meno congestionamenti e ingorghi nelle ore di punta grazie al telelavoro, ma, nel contempo, più varietà in termini di orari e modalità di trasporto, cui sarà d’obbligo fare fronte). Quanto invece al problema della desertificazione dei centri urbani, come più volte sottolineato da Parcheggi.it, bisognerebbe sempre avere chiaro che lo sviluppo di una zona va di pari passo con la possibilità di spostarvisi agevolmente e di…parcheggiare.

 

Ecco la ragione per cui sarebbe auspicabile rifarsi a modelli europei: che, se da un lato di certo incentivano la possibilità di raggiungere zone d’interesse utilizzando i mezzi pubblici e, a questo scopo,  creano efficienti aree di sosta d’interscambio, dall’altro non privano della opportunità di raggiungere il cuore delle città in auto.

La pianificazione ragionata di parcheggi sotterranei e di superficie adeguatamente gestiti e regolamentati, anche in termini di tariffe, appare ancora come l’unico modo per rispondere a una esigenza evidentemente pressante dei cittadini e per ridare slancio alla vitalità dei centri, piccoli o grandi che siano.