Nel 2005 un gruppo artistico di San Francisco denominato Rebar ha trasformato uno stallo di sosta urbana in una piccola area verde temporanea. Dalla città della California la suddetta azione di “guerriglia” si è evoluta in un movimento globale e da allora, un giorno all’anno, viene organizzato il Park(ing) Day, una sorta di evento open-source, con l’invito a organizzazioni, amministrazioni e gestori a partecipare liberamente all’iniziativa. Quest’anno l’invito è per venerdì 15 settembre.

Trasformare per un giorno uno stallo on-street in uno spazio pubblico temporaneo: questo è ciò che viene richiesto ai partecipanti di tutto il mondo, con lo scopo di sensibilizzare sulla qualità dell’ambiente urbano e coinvolgere la cittadinanza con installazioni utili e ricreative. Dagli USA all’Australia passando per la Cina, dal 2005 ad oggi chi ha partecipato ha dato libero sfogo alla fantasia: gli stalli dei parcheggi sono diventati aree giochi per bambini, piccole spiagge in sabbia con tanto di ombrellone, mini campi da basket, enormi scacchiere, ma anche ambulatori medici temporanei e piccole aule all’aperto per lezioni universitarie.

L’International Parking Institute (IPI) nel promuovere il progetto scrive: «Cos’è uno stallo di sosta? Chiedilo a un passante e ti risponderà che è un rettangolo delimitato da due linee. Chiedilo a un professionista del settore e la risposta sarà molto diversa. Il parcheggio riguarda le persone, la mobilità e il sistema di trasporti che lavorano insieme per costruire una comunità.» Risposta esemplare, da scrivere a caratteri cubitali sulle agende di tutti coloro che si occupano di pianificazione urbana. Questo perché, riprendendo la citazione, dovremmo aggiungere una terza possibilità di risposta: chiedilo a un qualsiasi membro di un’amministrazione cittadina italiana e ti risponderà che il parcheggio è una fonte per racimolare quattrini.

Ora, la nostra è una provocazione in chiave ironica, ma siamo seriamente curiosi di vedere quanti parteciperanno al Park(ing) Day anche nel nostro paese. Quanti gestori se la sentiranno di “sacrificare” per un giorno le entrate economiche di uno stallo di sosta per partecipare ad un’iniziativa che non restituisce alcun guadagno materiale? Quanti avranno voglia di “sbattersi” (e spendere qualche soldo) per trasformare il parcheggio in una temporanea area verde e coinvolgere il pubblico? Negli ultimi anni si è vista qualche installazione a Milano e Firenze, ma poca cosa rispetto ad altri paesi evidentemente più “aperti” e “vitali”.

Come scrive l’IPI, il parcheggio riguarda anche le “persone”, la “comunità”. Se iniziative come questa non generano immediati guadagni materiali, generano un guadagno in termini di immagine e di visibilità, dimostrando al cittadino che anche chi gestisce la sosta fa parte della stessa comunità ed ha a cuore i bisogni della stessa. È una piccola parte di quel grande insieme che è la customer satisfaction, motore indiscusso di ogni attività che offre un determinato servizio a determinati clienti.

Se nei prossimi giorni avvistate uno stallo di sosta addobbato per il Park(ing) Day, fatecelo sapere sulla nostra pagina Facebook e inviateci una foto! Magari il nostro appello genererà qualche scatto di orgoglio e fantasia…