Tante volte ci siamo occupati degli abusi ‘ ahinoi frequentissimi nel nostro Paese ‘ legati ai parcheggi riservati alle persone disabili, riportando aneddoti ai limiti dell’assurdo, iniziative di sensibilizzazione, statistiche sconfortanti.
Questa volta riportiamo, non senza soddisfazione, una buona notizia; per quanto di buone notizie si possa parlare quando ci si riferisce alla punizione esemplare di un reato odioso che è stato perpetrato anche troppo a lungo.
L’Autorità  Giudiziaria ha infatti inflitto due condanne per reato di falso e il pagamento di una multa di ben 30 mila euro a due persone, madre e figlio di 59 e 28 anni, sorpresi dalla Polizia Locale di Ciampino a parcheggiare gratuitamente le loro auto presso la stazione dei Castelli Romani ‘grazie’all’uso di due falsi permessi per invalidi.

Un comportamento esecrabile e, quel che è peggio, chissà  per quanto tempo reiterato: la stazione ferroviaria di Ciampino è infatti regolarmente presa d’assalto, nei giorni feriali, dai pendolari che ogni giorno dai Castelli Romani si recano a lavorare nella Capitale. L’aministrazione comunale ha dovuto pertanto regolare la sosta tramite stalli a pagamento dalle 8:00 alle 19:00, con l’eccezione della gratuità  per residenti e disabili.

Madre e figlio, originari di Rocca di Papa ed entrambi pendolari, hanno dunque ben pensato di tagliare quella che, indubbiamente, sarebbe stata una regolare spesa mensile esponendo sul parabrezza un contrassegno invalidi che consentisse loro di parcheggiare gratis ogni mattina. Per loro sfortuna sono perಠincappati in una verifica della Polizia Locale di Ciampino, che ha immediatamente verificato che le rispettive auto esibivano lo stesso contrassegno.

I successivi accertamenti hanno fatto luce sulla squallida verità : titolare della concessione è infatti risultata l’anziana nonna del ragazzo nonchè suocera della madre, deceduta nel 2004 (utilizzare tagliandi di persone passate a miglior vita è, lo sappiamo bene, pratica assai diffusa nel Bel Paese). Come se non bastasse, gli agenti hanno scoperto che i contrassegni erano falsi, mai emessi dal Comune. E a coronare una situazione già  di per sè assai triste, si è infine appreso che la signora aveva provveduto a realizzare ben tre copie del contrassegno, a disposizione delle vetture di famiglia per parcheggiare con bell’agio sulle strisce arancioni. Questo ultimo dettaglio è emerso nel corso di una perquisizione della lussuosa abitazione dei colpevoli: lussuosa, sottolineiamo, e questa è l’ulteriore nota stonata, perchè non c’è neanche l’attenuante dell’indigenza, ammesso nuovamente che di attenuanti, in casi come questi, si possa parlare.

Di fronte a notizie come queste, che fanno rumore per la portata della truffa e, conseguentemente, della pena, c’è comunque da augurarsi che possano almeno fungere da deterrente per tutti coloro che si stanno comportando come i truffatori puniti, rendendosi colpevoli di abusi legati ai parcheggi per i disabili in tutte le loro possibili declinazioni; e che, per la stessa ragione, i controlli si facciano sempre più frequenti e accurati.