Sarà  anche la capitale morale d’Italia, la più internazionale dei suoi capoluoghi, ma quanto a parcheggi Milano sembra somigliare ancora al Far West. Fra strisce gialle destinate ai residenti, parcheggi a rotazione presi d’assalto, periferie sempre più congestionate, cittadini scontenti e commercianti imbufaliti, lo scenario non appare molto roseo. Eppure una, anzi due barlumi di speranza di migliorare la situazione ci sono, ed hanno pure un nome: parcheggi sotterranei e regolamentazione della sosta anche al di fuori della circonvallazione esterna (quella, per capirsi, su cui gravita il passaggio della linea filotramviaria 90/91, ben nota a coloro che vivono all’ombra della Madonnina).

Con 63 auto ogni 100 abitanti Milano risulta essere fra le città  più motorizzate d’Europa. Le conseguenze (oltre allo smog che la rende tristemente nota): uno scontento perenne da parte dei cittadini. Il parcheggio ‘ inutile dirlo ‘ è una ‘mission impossibile’; e in più coloro che vivono in centro, cui sono destinati 79.603 posti auto delimitati da strisce gialle, si lamentano comunque della carenza di posti auto e storcono il naso di fronte alle invasioni barbariche causate dalle auto che si contendono i 28.640 stalli blu a rotazione disponibili.

Di fronte a questo caos, qualche anno fa, il Codacons aveva tentato la via dei ricorsi ai giudici di pace. Ma poi il Comune promise che avrebbe migliorato la situazione, facendo progressivamente sparire le strisce gialle a favore di quelle blu e imponendo una tariffa oraria per tutti, salvo i residenti. Cosa che in alcune zone è stata fatta, ma in modo piuttosto nebuloso. L’idea è comunque quella di seguitare a privilegiare le strisce blu, istituendole anche in periferia.

E in centro? La soluzione auspicabile consisterebbe nella costruzione di parcheggi sotterranei, con più posti destinati ai residenti ma anche con un cospicuo numero di posti a rotazione: cosa che, finalmente, metterebbe d’accordo i residenti delle aree centrali della città  e i commercianti, intimoriti dalla possibile perdita di potenziali quanto preziosi clienti. E che, dettaglio non meno importante, omologherebbe in senso virtuoso il capoluogo lombardo alle grandi capitali europee, ben più evolute in fatto di cultura del parcheggio.