Il binomio parcheggio – abusi, specialmente in Italia, è tristemente ricorrente; il pensiero corre, immediato, a quelli che coinvolgono gli stalli riservate alle persone disabili, illecitamente occupati da automobilisti perfettamente in salute ma anche da falsi invalidi o parenti e amici di portatori di handicap che sfruttano senza scrupolo il contrassegno.

Non mancano tuttavia le “variazioni sul tema”, perfettamente esemplificate da quanto sta accadendo in questi giorni a Napoli. Nonostante ci troviamo ancora in periodo di ferie, infatti, il già controverso parcheggio riservato ai dirigenti e ai dipendenti del Museo Archeologico è stranamente stipato di auto, che, si sospetta, possano appartenere a loro amici e parenti più interessati a un ricovero per la loro auto mentre sbrigano incombenze personali che a una visita istruttiva (tanto il parcheggio è pieno quanto, infatti, il museo è desolatamente vuoto).

La situazione ha mandato su tutte le furie il commissario regionale dei Verdi ecologisti Francesco Emilio Borrelli e il capogruppo al comune di Napoli del Sole che ride Carmine Attanasio, che ora chiedono sia aperta una inchiesta interna per verificare una situazione che, prove alla mano, sembrerebbe già palese. Quotidiani scatti fotografici immortalano infatti famiglie che, lasciata l’auto nel parcheggio (per giunta e con ogni probabilità con l’assenso di chi apre la sbarra) si avviano a fare compere o sbrigare commissioni di vario genere nei pressi del museo, guardandosi bene dal visitarlo; un fatto che rinfocola la già radicata avversione all’area di sosta nutrita dai due politici, secondo i quali il parcheggio “deturpa in modo vergognoso l’ingresso al Museo”.

Come a dire: visto che bisogna tollerare questo scempio paesaggistico, che almeno il parcheggio sia correttamente gestito; così come lo stesso Museo, in cui dalle ultime settimane, in piena alta stagione, ben 16 sale non sono utilizzabili e il personale è ridotto all’osso. Un paradosso all’italiana che, ancora una volta, intacca pesantemente l’immagine del nostro Paese agli occhi del mondo e dei turisti che avrebbero potuto approfittare delle vacanze estive per godersi un piacevole excursus culturale.