Chissà se almeno davanti al carcere troverà un parcheggio per la propria vettura.
Finire dietro le sbarre per un posto auto, si può.
Succede a Bellinzona, nel Canton Ticino.

Povera sventurata è Paola Casagrande, giovane di quarantaquattro anni: il suo braccio di ferro con la burocrazia potrebbe portarla dritta in prigione.

Come si evince dall’articolo sul quotidiano’La Regione Ticino’, i guai della donna sono cominciati nel 2002, quando si è trasferita in una nuova abitazione, fornita di garage: una vera comodità avrà pensato.

Peccato che la porta della rimessa fosse bloccata dall’asfalto troppo alto, posato dopo i lavori di canalizzazione effettuati dall’Amministrazione, ed entrare fosse impossibile.

Di fronte a questo impedimento la Casagrande decide di parcheggiare il suo fuoristrada di fronte all’autorimessa e di informare nel contempo l’ufficio tecnico perchè dia soluzione al problema.

Le multe per divieto di sosta iniziano a fioccare, la donna non le paga considerato, pensa, che le è impedito di parcheggiare nel suo garage e lei non può fare altrimenti.
Inizialmente Paola Casagrande spedisce le contravvenzioni all’Ufficio Tecnico, poi scocciata dal perdurare del problema le cestina direttamente.

Ma oggi, proprio quelle multe non pagate e cresciute in giudicato, potrebbero condurla in prigione.
A nulla sono servite le proteste della donna, che sostiene anche di essersi messa d’accordo con un dipendente comunale, inviato per un sopralluogo a valutare il problema, il quale avrebbe annotato il suo numero di targa per chiedere alla polizia l’autorizzazione di parcheggio davanti all’autorimessa.

Dai piani alti negano e Gianluigi Della Santa, responsabile del Dicastero Beni Comunali, sostiene come si sia subito adoperato per sanare la situazione: l’asfalto infatti è stato rifatto.
Data dell’intervento novembre 2004, vale a dire due anni dopo il sopraggiungere del problema, ma Della Santa sostiene che la segnalazione sia davvero pervenuta in quel periodo.
Oltre tutto nel 2002 lui non era neanche responsabile del Dicastero, come dire: io non c’ero.

Per fortuna che gli svizzeri sarebbero quelli super organizzati, questo impiccio sa tanto di Italietta.

A. Tordo