Sono argomento d’attualità  le critiche mosse agli imprenditori dal
presidente della Camera Fausto Bertinotti che ha definito malato il sistema capitalistico
italiano.
Non entriamo nel merito del giudizio, che appare comunque un po’
severo, ma vogliamo prenderne spunto per segnalare analoga disapprovazione quando si parla di appalti per parcheggi.

Nell’articolo apparso su www.primadinoi.it che
pubblichiamo integralmente, il sindaco D’Alfonso muove critiche agli
imprenditori che non hanno partecipato al bando per la costruzione e gestione di
un nuovo parcheggio.  Secondo il sindaco il motivo sarebbe da attribuire alla pratica degli imprenditori di
non accontentarsi di margini inferiori al 35 – 50%.
Il caso di Pescara è significativo ed evidenzia la distanza che separa il modo di
governare l’attività  di parcheggio tra l’imprenditore e la Pubblica
Amministrazione. In alcuni Paesi europei si realizzano nuovi parcheggi con la
consapevolezza che l’impresa specializzata nella costruzione e gestione di
parcheggi , sia essa pubblica che privata, debba ricavarne un beneficio economico; aspetto qualche volta
scarsamente analizzato dalla Pubblica Amministrazione locale
quando indice un bando. A Pescara il sindaco chiede alle ditte invitate lumi
sulla loro latitanza.

Una lettera per conoscere le motivazioni del forfait alla gara per l’area di risulta. E’ quella che il sindaco di Pescara ha inviato alle 8 ditte
che, invitate a partecipare, non hanno poi fatto una offerta (la 9° è la Toto spa, l’unica che ha risposto e che poi si è aggiudicata l’appalto).
La lettera è partita da
Palazzo di Città  lo scorso 12 aprile e potrebbe essere una importante arma di difesa del primo cittadino in occasione del prossimo consiglio straordinario, nel caso in cui
gli imprenditori “scagionassero” il bando e la sua trasparenza.


La seduta di consiglio che si terrà  la prossima settimana è stata richiesta dalla minoranza e dall’Italia dei Valori per fare luce sulla questione del bando contestato.
«Con la presente richiesta», scrive D’Alfonso agli imprenditori, «ci si propone di conoscere, anche ai fini di una più compiuta valutazione della procedura che l’Ente ha
condotto, le motivazioni che vi hanno indotto a non presentare l’offerta richiesta dalla lettera, interrompendo coì la vostra partecipazione alla gara».
Il sindaco
quindi vuole le risposte dagli invitati per essere sicuro che il Comune non abbia sbagliato proprio niente e, magari, per essere ancora più chiari e trasparenti in occasioni
future.
«L’assunzione del vostro punto di vista», si legge nella lettera, «ci sarà  preziosa per rileggere da una prospettiva particolare d’impresa la valenza
dell’iniziativa che abbiamo assunto».
L’unica ditta a partecipare alla gara è stata, come già  detto, la Toto spa. Le altre non avevano probabilmente ravvisato un
margine di guadagno sufficiente per buttarsi nell’impresa, (e adesso saranno le ditte stesse a smentire o ribadire).
«In genere», aveva spiegato lo stesso D’Alfonso
nell’intervista dei nostri lettori «le imprese sono abituate ad operare con margini di guadagno tra il 35 e il 50%. In questo caso la soglia di ricavo è molto più bassa,
grosso modo la metà , il che, d’altra parte, costituisce una forte convenienza per la collettività  che noi rappresentiamo».
Solo dopo la chiusura del bando,
PrimaDaNoi.it ha invece scoperto che il guadagno per il privato ci sarà .
La Toto spa, infatti, con l’aggiudicazione dei lavori si troverà  di fatto a gestire
l’intera Ztl chiusa alla libera circolazione dei mezzi.
E questo non vuol dire solo quei 600 posti che indicava il bando ma anche i varchi, il controllo,
la gestione dei permessi, del pedaggio, degli abbonamenti e chissà  cos’altro.
Insomma con l’estensione della Ztl adesso, secondo alcuni tecnici, potrebbe esserci
un congruo ritorno economico per ripagare le opere da costruire.
Un bando, molto travagliato fin dalla sua prima gestazione, e, forse, fin già  dalla famosa gara
per la scelta del progetto migliore (quello di Monestiroli).
Il vero problema dell’operazione (nel termine tecnico più appropriato: concessione di lavori pubblici)
sarebbe stato, da una parte, l’enorme onere gravante sul privato per la costruzione delle opere e, dall’altra, le scarse possibilità  di ricavo (praticamente nella
prima versione attribuite solo al parcheggio sotterraneo).
Con la gestione del parcheggio, tuttavia, in 20 anni, ci si potrebbe soltanto ripagare lo stesso
parcheggio non il resto delle opere.
Ecco allora la necessita di ‘allargare’ alla Ztl.
Nella complicata vicenda anche la querelle sui rifiuti pericolosi
(amianto si disse) per la bonifica dei quali nel bando sono stati aggiunti da parte dell’amministrazione comunale altri 2 milioni.
Ma dalle rilevazioni
della Forestale sembrerebbe non esserci alcun rifiuto pericoloso sotto l’area di risulta.
Il dibattito nel prossimo consiglio straordinario si preannuncia per
questo interessante.

Alessandra Lotti 20/04/2007