Forse non tutti sanno che, in ambito finanziario, si definiscono come ‘tori’ e ‘orsi’, le società  caratterizzate da rispettivamente da un positivo e da un cattivo andamento azionario. Una contrapposizione che ci sembra perfetta per definire e inquadrare le situazioni di due città  in cui sosta è gestita in maniera completamente diversa , con esiti prevedibilmente opposti; e che, proprio per questa ragione, porta a riflettere sulle sue notevoli ripercussioni sullavita dei cittadini e sulla loro vivibilità .

Cominciamo con l’esempio virtuoso, cui peraltro, proprio qui su Parcheggi.it, avevamo già  dato spazio. (https://www.parcheggi.it/news/novi-sad-modena). Ci troviamo a Modena, nella laboriosa Emilia. Qui tempo addietro il Comune decise di affidare alla newco Modena Parcheggi la costruzione e la gestione (per 39 anni) di un grande parcheggio interrato, il Novi Park. Una struttura che impressiona per i suoi numeri: 1720 posti auto interrati, di cui 400 in vendita a prezzo agevolato (350 per i residenti del centro storico e 50 per enti pubblici), 600 ad abbonamento per residenti e operatori (300 in affitto a prezzo agevolato i primi e 300 per gli operatori), e 720 posti auto a tariffa oraria. A questi si sono aggiunti altri 250 posti in superficie, ubicati nell’area del parco che sorge nella zona.

La realizzazione del parcheggio Novi Sad, la cui inaugurazione, nel luglio scorso, è stata salutata e celebrata come un vero e proprio evento cittadino, si è inserita entro un più ampio intervento di riqualificazione dell’intera area del parco, che ha previsto, fra le altre, migliorie quali la sistemazione dell’intera area a parco archeologico, la realizzazione di una pista per attività  sportive, quella di uno spazio attrezzato per lo svolgimento di spettacoli e manifestazioni; e, fondamentale, l’istituzione di un servizio navetta attivo 365 giorni all’anno per collegare la struttura con i principali punti di attrazione del centro storico, quella di un servizio taxi e di un noleggio biciclette integrativo a quello comunale chiamato C’entro in bici.

A pochi dal debutto del Novi Sad, il bilancio appare più che positivo: ‘Modena ha risolto i suoi problemi di parcheggio, il piano sosta e’ entrato a regime e siamo felici di averlo affidato ai privati’ ‘ ha commentato l’assessore Daniele Sitta, responsabile per il Piano sosta della citta’. Sitta ha persino affermato, con ottimismo più unico che raro di questi tempi, che, a giudicare dai fatti, i problemi di parcheggio in città  appaiono risolti per i prossimi 50 anni. Come dargli torto quando sono, ancora una volta, eccellenti numeri a parlare? Il piano sosta modenese conta 31 mila ingressi registrati a dicembre nel multipiano (contro i 6000 del primo mese), 4.200 residenti in centro che hanno fatto abbonamento Ztl, 384 posti a pagamento ancora da recuperare rivisitando le strade dove il piano non e’ completo, 65 box venduti e convenzioni avviate con tutti gli enti cittadini. I cittadini, dopo un iniziale periodo di diffidenza, hanno risposto al meglio alla novità , e ‘ fatto certamente fra i più degni di nota ‘ è incrementato l’utilizzo dei mezzi pubblici (di oltre 100mila viaggiatori negli ultimi sei mesi). La nuova area di sosta è infatti utilizzata come parcheggio d’interscambio per poi raggiungere il centro cittadino in modo economico ed ecologico.
Insomma, ai molti che storcevano il naso di fronte all’idea di coinvolgere un operatore privato, l’evidenza da torto. Al contrario, questa soluzione rappresenta probabilmente il futuro nella gestione della sosta. ‘Ognuno deve fare il proprio mestiere ‘ ha osservato Sitta – il Comune determina le tariffe e mette a bando i servizi per ottenere i migliori livelli di qualità  ed efficienza e il privato gestisce. Inoltre a conti fatti, non avremmo avuto fondi per partecipare all’impresa. E dunque abbiamo fatto la scelta migliore.’ ha concluso.

Se dunque Modena è sulla rampa di lancio ‘ anzi, è già  decollata ‘ verso il firmamento della mobilità  felice, Caserta sprofonda giorno dopo giorno in un Far West tristemente tollerato. Nessuno si stupisce più nel vedere auto parcheggiate su strisce pedonali, in curva, di fronte agli scivoli destinati alle persone disabili; e nel registrare che, in determinate zone, vi siano sempre le stesse auto parcheggiate, quelle dei negozianti del centro. Perchè i posti gratuiti sono limitati, e ambitissimi, per cui chi ultimo arriva si ‘arrangia’ all’italiana, con esiti drammatici (eclatante il caso di due auto in sosta vietata, una sovrapposta all’altra, davanti a uno degli ex ingressi di piazza Commestibili).
Vigili urbani e ausiliari della sosta, di fronte a tali scempi, chiudono un occhio ; coì come di fronte ai parcheggiatori abusivi che, in queste acque burrascose, sguazzano e prosperano che è un piacere.
Se ne parla ormai da tempo: e persino i cronisti che riportano queste notizie sui quotidiani locali ammettono che ‘scriverne ancora potrebbe anche provocare la nausea’.

Di fatto, sembra impossibile che, all’interno dello stesso Paese, posano coesistere realtà  tanto lontane E allora ci sarebbe da auspicare l’adozione di politiche omogenee per la gestione non solo della sosta, ma, più in generale, della mobilità  e vivibilità  urbana. Pura utopia? Al momento, purtroppo, lo sembra. Tanto più che, solitamente, sono le cattive notizie ad avere maggiore eco. Qui, perà², ci troviamo di fronte a una buona notizia che ‘fa notizia’ e a una situazione talmente degradata da non destare più alcun clamore. Non ci resta che sperare che questa paradossale situazione, unita a un’adeguata comunicazione e diffusione di esempi virtuosi e a più numerose occasioni di confronto fra le amministrazioni comunali, porti i buoni esempi a fare da traino, e a fare ì che qualcosa, e ovunque, cambi davvero. Almeno entro i prossimi cinquant’anni.