Un circolo vizioso è un loop di condizioni e azioni senza via d'uscita, una combinazione di cause e conseguenze (tutte negative) che non portano ad alcun miglioramento. Qui vogliamo parlare proprio di un circolo vizioso riguardante il mondo della sosta e della mobilità, dove i protagonisti principali (in negativo) sono due: le amministrazioni negligenti e inadempienti che non varano piani regolatori su sosta e mobilità o, peggio, varano piani urbani totalmente inadeguati, e gli automobilisti scorretti che si approfittano delle falle e delle mancanze di una mobilità cittadina non strutturata.

Il ragionamento è semplice. La mancanza cronica di parcheggi, caratteristica di molte realtà italiane, manda all'esasperazione gli automobilisti, i quali – sbagliando – sostano dove non dovrebbero fregandosene delle regole e delle conseguenze: doppia fila, strisce pedonali, aree per lo scarico merci, aree riservate a pullman o taxi, e in generale aree con divieto di sosta. Inevitabilmente tutto ciò, oltre ad essere anche pericoloso (abbiamo trattato qui le cause della doppia fila), genera il traffico, creando ingorghi, code e disagi. Residenti, turisti, lavoratori, chiunque cerchi parcheggio rimane imbottigliato nel traffico. Se poi i parcheggi sono pochi, mal disposti e mal segnalati, rimarrà imbottigliato a lungo. L'esasperazione sale, e il circolo vizioso è servito.

Vi è poi un altro aspetto – non meno importante – che si inserisce nel suddetto circolo e lo rende ancora più critico. Le attività commerciali risentono non poco di questa situazione, e in tempi di crisi come quelli odierni penalizzare il commercio risulta una mossa profondamente sbagliata e controproducente. Una zona critica dal punto di vista della sosta penalizzerà i negozi di quella zona, poiché i clienti-automobilisti "scapperanno" in zone a loro più congeniali. E gli stessi clienti di quei negozi sfortunati, se scorretti e incivili, sosteranno "dove capita", lasciando "un attimino" la macchina nei punti peggiori, d'intralcio a chiunque passi per quella strada. Il traffico aumenta, l'esasperazione sale, i negozi nelle aree senza parcheggi avranno sempre meno clienti… insomma il circolo vizioso l'avete compreso perfettamente.

Il caso di Grosseto è un esempio calzante. La zona di Via dei Mille denota un'organizzazione errata dello spazio urbano. Ad esempio sono stati assottigliati dei posti auto, e questo – come abbiamo descritto qui – è altamente controproducente. Infatti, considerate le dimensioni medie delle automobili odierne, è auspicabile aumentare le dimensioni degli stalli, per rendere la vita più facile a chi è costretto a "incastrare" la propria vettura, salvo poi rimanere anche lui "incastrato" nell'atto di uscire dall'auto. Inoltre, come se non bastasse, è stato pure diminuito il numero totale degli stalli, scatenando l'ira degli abitanti e dei commercianti della zona, i quali hanno chiesto una soluzione al Comune con una petizione di oltre cento firme. I firmatari, oltre ad elencare le falle nell'organizzazione della zona in fatto di sosta, strisce pedonali e sensi unici, registrano «continue infrazioni commesse ogni giorno dagli automobilisti che trovano le zone oggi vietate naturali spazi di stallo temporaneo».

A Oristano la situazione è ancora più complicata. Mentre l’assessore si dice pronto a presentare in consiglio comunale il piano urbano della mobilità rimasto nel cassetto da anni, molte situazioni di disagio iniziano a farsi strada tra cittadini e negozianti. L'edicolante di Piazza Roma dichiara: «da quando è stato istituito il divieto di fermata in maniera così rigida, vendo circa venti copie in meno al giorno della Nuova Sardegna e altrettante di Repubblica, mentre precedentemente quasi non avevo rese». Non vogliamo certo contestare la rigidità della Polizia Municipale nel punire chi si ferma in divieto di sosta, ma se poi in altre zone della città si registra il comportamento opposto, allora qualcosa non torna. L'area di sosta per i pullman turistici sul retro dell'Hotel Mistral 2, dichiara la titolare, «è puntualmente occupata dalle macchine. Stavamo utilizzando dei birilli per segnalare che la piazzola è riservata e i vigili urbani hanno minacciato una multa di 400 euro. A quel punto non li abbiamo più utilizzati col risultato di avere il parcheggio sempre occupato». Infine anche i dipendenti del trasporto pubblico hanno denunciato un problema simile: le macchine sostano impunite nelle aree di fermata dei bus, e gli autisti sono costretti a fermarsi in mezzo alla strada per far scendere i passeggeri.

Situazioni come queste, comuni a tante città italiane, denotano quanto siano sentiti dai cittadini i problemi riguardanti la sosta e la viabilità: è un aspetto troppo importante delle nostre realtà urbane, e le amministrazioni dovrebbero tenerlo nella giusta considerazione, elaborando e attuando piani di mobilità adeguati al contesto. I proventi della sosta dovrebbero servire proprio a questo: miglioramento della viabilità, costruzione e gestione di parcheggi e miglioramento della mobilità tutta, dalle infrastrutture al trasporto pubblico. Chi vive e lavora nelle città (e paga le tasse) si accorge delle falle del sistema-mobilità vivendole sulla propria pelle.

Gli automobilisti scorretti è giusto che paghino, non vi è dubbio alcuno, perché l'inciviltà non giova a nessuno. Ma il problema va considerato, e risolto, a monte. Come non ci stanchiamo mai di ripetere, le amministrazioni devono spendere i soldi pubblici per migliorare i servizi resi alla comunità: la dotazione di parcheggi e la gestione virtuosa dello spazio urbano è il miglior viatico alla condotta virtuosa dei cittadini. Solo così il circolo vizioso si trasformerà, finalmente, in virtuoso.