Il Gemelli di Roma: una riposta organizzata a una domanda considerevole

La necessità  di razionalizzare un traffico ingente ed eterogeneo è la spinta che muove anche il piano parcheggi di un altro grande ospedale: il Policlinico Gemelli di Roma. Piano che ‘ c’informa Nicola Cerbino, responsabile ufficio stampa del nosocomio – ha comportato e comporta importanti investimenti.

‘A oggi ‘ ci spiega in una dettagliata nota – sono state realizzate aree di parcheggio capaci di ospitare in modo organizzato e funzionale oltre 4000 auto e circa 800 motocicli. Ogni utente munito di tagliando per disabile puಠparcheggiare gratuitamente la propria auto presso qualsiasi area di parcheggio a pagamento. In tutte le aree di parcheggio del campus, giornalmente accedono gratuitamente circa 600 persone disabili. Purtroppo – prosegue – nelle aree limitrofe al campus Universitario e al Policlinico non vi sono parcheggi pubblici in grado di soddisfare la sempre più crescente domanda. àˆ per questo motivo che l’Ateneo si è fatto carico del problema. Si consideri che il 20 % circa degli oltre centomila ricoveri all’anno del Gemelli, vengono da fuori regione’.

Veniamo ora ai costi che, anche in questo caso, vanno a ‘scalare’ ora dopo ora, ma che appaiono più elevati rispetto al San Martino. La prima mezz’ora di sosta nei parcheggi a pagamento è gratuita; dopo i primi 30 minuti si pagano 3 euro per la prima ora, 6 euro entro le prime tre ore. Dopodichè un’ora costa 1,50 euro. Il costo per il parcheggio coperto e custodito di una intera giornata è di 15 euro. Da precisare, tuttavia, che tra i parcheggi coperti vi sono 18 posti ‘rosa’ (per le donne in gravidanza), più altri 6 posti, pure riservati all’utenza femminile, ubicati in prossimità  degli accessi del Policlinico. E che, al di là  degli orari più caldi di occupazione dei parcheggi – dalle 8 alle 14 – in cui non è semplice reperire un parcheggio gratuito, nelle altre fasce della giornata è possibile trovare posti free.

Per agevolare l’utenza di Università  e Policlinico viene messa a disposizione una navetta, con un mezzo gestito da personale interno e attrezzato per il trasporto di persone anziane e disabili che accompagna gratuitamente – dalle 7.30 alle 18,00 – da un capo all’altro del campus chiunque ne abbia bisogno’.

La piaga degli abusivi

Insomma: benchè siano ancora in molti a storcere il naso di fronte alla prospettiva del pagamento della sosta all’interno dell’ospedale, senza tenere conto che pensare a parcheggi ampi e gratuti è possibile quasi solo nel caso di piccoli ospedali di nuova costruzione affiancati da ampie aree pianeggianti, non si puಠignorare il fatto che un minimo di regolamentazione è d’obbligo.

E infatti, al di là  degli esempi approfonditi riportati, vi sono numerosi altri casi di ospedali che hanno messo in atto una politica di sosta a pagamento ‘calmierato’ , prevedendo al contempo la gratuità  del posto auto per alcune categorie di utenti. Pensiamo, in una veloce panoramica da nord a sud, all’ospedale Maggiore di Trieste, gestito da Saba Parcheggi, in cui il costo di ogni ora di parcheggio è di 1,60 euro, con un tetto massimo per l’intera giornata che non sfora i 15. Al Sant’Orsola di Bologna,




invece, si trova un parcheggio sotterraneo a pagamento, con 10 posti auto gratuiti per i disabili e tariffe agevolate per malati oncologici e donatori di sangue. Inoltre, nelle adiacenze del nosocomio si trova un parcheggio Quick no Problem Parking che pratica tariffe agevolate e offre un servizio gratuito di navetta. All’ospedale Torrette di Ancona vi è un’area interna, destinata a dipendenti, pazienti che si sottopongono a specifiche terapie, categorie protette e personale di ditte di supporto, e una esterna caratterizzata da tariffe che variano da un minimo di 50 centesimi a un massimo di 1 euro l’ora; cifra, quest’ultima, che rappresenta la tariffa oraria anche dell’ospedale Civico di Palermo.

La necessità  di simili regolamentazioni appare ancor più necessaria se si pensa al triste fenomeno degli abusivi. Sembra, per esempio, che a Napoli, città  tristemente nota per la radicale diffusione di questo fenomeno, lo spazio situato davanti all’entrata dell’ospedale Loreto Mare sia diventato un loro luogo di elezione; lo stesso accade nei pressi degli ospedali della zona alta; e davanti al principale nosocomio della città , il Cardarelli, dove vi sono strisce blu regolarmente occupate dagli abusivi.
Non ci si lasci, tuttavia, fuorviare dal luogo comune che vuole la piaga degli abusivi diffusa esclusivamente nel Sud del Paese. Recentissimi fatti di cronaca evidenziano infatti come la presenza di parcheggiatori abusivi, di nazionalità  straniera, si registri anche nei pressi degli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano, praticando le loro estorsioni in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti.

…E i dipendenti?

Ulteriore spinoso problema legato ai parcheggi ospedalieri è quello inerente i dipendenti dei nosocomi. Non sono rari, infatti, i casi in cui si trovano a dover pagare per il parcheggio interno all’ospedale, con conseguente e prevedibile scontento: è di una manciata di giorni fa, per esempio, la notizia relativa alla soppressione dei circa 50 posti auto, gratuiti, riservati ai dipendenti della clinica Santa Maria di Castellanza (Va).
Risultato? I lavoratori, che sono già  in soggetti a contratti di solidarietà , dovranno pagare 30 euro per un abbonamento mensile al parcheggio. Immediata la protesta dei sindacati, scattata, puntuale, anche in casi analoghi. Fra quelli che hanno destato più clamore nelle recenti cronache ricordiamo anche quello dell’ospedale di Imperia, i cui parcheggi sono gestiti da un’azienda privata che, in seguito a un lungo contenzioso con i sindacati è giunta alla decisione di mettere a disposizione dei dipendenti 44 posti auto gratuiti e 55 posti auto convenzionati al prezzo di 2.50 per turno giornaliero (6-7 ore). Per i restanti posti auto è invece prevista una tariffa standard di 0.80 euro l’ora; tariffa che andrà  a pagare la maggior parte dei dipendenti, visto che si parla di ben 700 persone; motivo per cui la soluzione è stata assai poco gradita.
Va precisato che, per quanto concerne questo aspetto del problema, anche gli esperti da noi intervistati si mostrano critici. ‘Al San Martino di Genova ‘ ci informa Orazzini ‘ il pagamento da parte dei dipendenti non è previsto’.
‘I nostri sistemi‘ conferma Zanatta ‘non lo prevedono. Creiamo sistemi di accesso simili al telepass che prevedano tuttavia, per sicurezza, uno ‘stop and go’ da parte dell’automobilista’.
Una misura indispensabile se si pensa il transito giornaliero di persone in un grande ospedale è paragonabile a quello di un grande aeroporto.