Eccoci ancora a parlare della questione’sosta per le due ruote’, alla quale prima del periodo natalizio avevamo dedicato uno speciale giornalistico indagando sulla situazione di Milano, Roma e Genova.

Oggi riprendiamo questa nostra inchiesta da Firenze.
Qui il problema della sosta dedicata ai motoveicoli è particolarmente spinoso, come dimostra l’esistenza stessa del
Partito dei Motorini.

Il nostro giornale ha dato spazio a questa realtà di protesta, ma rimane naturalmente in attesa delle risposte ai quesiti in merito alla situazione’parcheggi per due ruote’ posti alla Civica Amministrazione di Firenze.

A Firenze attivo il Partito dei Motorini

SIMIS: acronimo di Sindacato Italiano per il Motociclo e contro le Ingiustizie Stradali, nato a Firenze nel 1997 grazie all’opera di Jacopo Bianchi, attualmente consigliere comunale di Firenze.

Il Partito dei Motorini è la naturale emanazione del SIMIS: un’associazione a difesa dei diritti dei possessori di motorini e scooter.

‘Il Partito dei Motorini è nato – spiega il fondatore Jacopo Bianchi’ a denuncia dell’eliminazione di parcheggi per motorini nel centro storico di Firenze e della situazione precaria del manto stradale pieno di buche, ma anche in risposta alla “contraddizione politica” dell’ex assessore al Traffico, Amos Cecchi.
Quest’ultimo, tramite i mezzi di comunicazione, dichiarò la disponibilità della Civica Amministrazione’a chiudere un occhio’ nei confronti dei cittadini che si recavano allo stadio in due su di uno scooter 50, facendo quindi intendere la propensione del Comune di Firenze a non multare i trasgressori del codice stradale.
Le cose andarono però in maniera diversa e a centinaia vennero multati per aver creduto a quelle parole’.

L’attività del Partito dei Motorini-SIMIS dal 1997 ad oggi è stata fervida e fantasiosa: dalle manifestazioni in piazza come le “storiche” iniziative quali la “Befanata al Sindaco” (vedi approfondimento di seguito, ndr), al “Girotondo dei Motorini”, ai “Sit-in per le due ruote”, ai “Brindisi di protesta” offerti durante le conferenze di presentazione dell’iniziativa dei blocchi al traffico.

Particolarmente apprezzati sono gli incontri di informazione e sostegno dei cittadini moto -scooteristi come lo “Sportello di consulenza legale gratuita”.
In quest’occasione i fiorentini hanno la possibilità di porre quesiti e quant’altro a professionisti abilitati sui temi principali riguardanti la mobilità .

Dagli ultimi mesi dell’anno scorso, il’Partito dei Motorini” SIMIS è sbarcato anche a Milano: il consigliere comunale Paolo Massari, infatti, ha inaugurato la sezione lombarda dell’Associazione, che si pone obiettivi comuni a quelli di Firenze.

6 gennaio: quinta edizione della’Befanata al sindaco’

E’ ormai un appuntamento tradizionale.
Il 6 gennaio, a Firenze, la Befana non porta il carbone solo ai bambini che hanno combinato qualche marachella, ma anche al sindaco, richiamato sulla gestione del traffico su due ruote.

Portavoce della Befana, come ogni anno, è Jacopo Bianchi, il quale punta l’attenzione su alcuni provvedimenti dell’amministrazione Dominici.

‘Abbiamo raccolto le firme necessarie – dichiara J. Bianchi – utili all’attivazione del referendum contro i blocchi del traffico a cui hanno aderito altri consiglieri comunali e di quartiere. Inoltre abbiamo raccolto le lamentele di chi ogni giorno è costretto a utilizzare i mezzi privati per spostarsi nella nostra città .
In molti hanno espresso lamentele per buche che sembrano “crateri”, per la mancanza dei parcheggi, per gli annunciati parcheggi a pagamento per le due ruote e per le auto, per le multe facili e ritardatarie’.

Oltre alla raccolta delle firme per lanciare ed attivare il referendum contro i blocchi Euro zero, i cittadini presenti hanno potuto compilare, tramite dei moduli cartacei preparati dallo staff del sito www.sosconsigliere.it, cinquantadue “interrogazioni” che Jacopo Bianchi presenterà al sindaco in Consiglio Comunale e che vertono principalmente sui problemi della viabilità .

Al termine della mattinata, una delegazione del Partito ha lasciato il carbone nell’atrio di Palazzo Vecchio, promettendo di consegnarlo personalmente al primo cittadino di Firenze in occasione del primo consiglio comunale dell’anno.
All’iniziativa hanno collaborato inoltre il consigliere comunale Marco Stella, il consigliere del quartiere 4 Simone Billi, il presidente del Comitato “LaportAccanto” Antonio Lenoci, il presidente del Comitato “Vivibilità di Firenze” Guido Castelnuovo Tedesco ed il “Topolino Club Autostoriche”.

Nel mondo della scuola

La nuova normativa ha giustamente previsto corsi ad hoc, spesso in collaborazione con il mondo della scuola, per dar modo ai più giovani di conseguire la patente dei ciclomotori.

Proprio i ragazzi infatti sono una delle categorie più popolose tra gli utenti delle due ruote.

In questo senso si dimostra particolarmente significativo il provvedimento della Provincia di Latina, con il quale sono stati stanziati centoventi mila Euro per la costruzione di un parcheggio di motorini riservato agli alunni dell’Itis di Sabaudia, struttura che verrà realizzata dal Comune.

Durante la ricerca di contatti e informazioni per cercare di cogliere vari
aspetti della mobilità a due ruote, abbiamo avuto il piacere di scambiare
qualche impressione con un giovane centauro milanese, ancorpiù giornalista, che
ha voluto fornirci una sua testimonianza di vita quotidiana di spostamenti
rigorosamente in motocicletta.

NON SEMPRE QUATTRO RUOTE SONO MEGLIO DI DUE

Impressioni di un giornalista del settore automotive, nonchè centauro


Come ogni anno, all’arrivo della stagione invernale si ripropone per il popolo dei’dueruotisti’ il dilemma amletico:

‘Mi metto in coda o sopporto il gelo?’

Per me, motociclista da appena quattro, il dubbio non sussiste, salvo bufere di neve che comporterebbero un rischio troppo elevato anche per l’ottima tenuta di strada della mia Suzuki Gsx-r.

Ogni giorno, infatti, salto in sella per recarmi in redazione, incurante delle temperature siberiane e degli sguardi di compassione di alcuni automobilisti che, intirizziti al solo guardarmi, inconsciamente girano la manopola del riscaldamento per aumentarne l’intensità .

‘Ma chi te lo fa fare?’, sembrano domandarmi con gli occhi.

La risposta è semplice.
Oltre alla sensazione di libertà che, dopo un’intera giornata passata davanti al monitor, aiuta quasi a non sentire il freddo pungente che ti prende mani e piedi, lo stimolo maggiore viene dall’intolleranza cronica alle code.

E quando in tangenziale (quasi sempre) e in città (molto spesso) sfilo lunghe colonne di auto, mi accorgo, non senza una certa soddisfazione, che lo sguardo da dietro i finestrini si trasforma, lasciando in molti casi trasparire un pizzico di invidia.

Senza contare poi, che i tempi di spostamento si dimezzano assieme allo stress, è quasi superfluo descrivere la comodità , una volta giunti a destinazione, di non perdere un’altra mezz’ora per trovare parcheggio.

Il disinteresse dimostrato verso il popolo delle due ruote da parte dell’amministrazione comunale, si nota proprio a partire dalla scarsa attenzione posta al problema delle aree di sosta, che per scooter e moto sono quasi inesistenti.

Oltre ad’intasare’ il marciapiede, infatti, si rischia di scoraggiare coloro devono farsi due chilometri in più per trovare un palo libero a cui assicurare il proprio motociclo; per non parlare delle multe che ogni tanto gli ausiliari della sosta appioppano a qualche malcapitato, che non ha potuto far altro che ritagliarsi un posto nell’infimo spazio rimasto.

Negli ultimi anni inoltre, il traffico milanese è diventato sempre più caotico, per non parlare dei giorni in cui capitano incidenti o ci sono i classici’lavori in corso’.
Ad esempio, durante il periodo natalizio in zona Corvetto, sono rimasto bloccato per diversi giorni consecutivi in colossali ingorghi, a causa della chiusura del passaggio a livello di via Bonfadini.
E mentre mi improvvisavo Giorgio Rocca nel tentativo di destreggiarmi in quel far west di veicoli, assistevo stupefatto a una bolgia di automobilisti esasperati che, divenuti improvvisamente daltonici, non rispettavano più i semafori, tentando invano di farsi strada a colpi di clacson e di insulti.

Alla luce dei fatti, nessuno dovrebbe più sottovalutare i benefici derivanti dal sempre crescente numero di adepti delle due ruote; il Comune avrebbe l’obbligo di fare di più per incentivare la circolazione di scooter e moto ad esempio consentendo l’utilizzo di tutte le corsie preferenziali e agevolandone la circolazione anche nelle zone a traffico limitato.
Oltre a snellire il traffico, infatti, contribuirebbero non poco a ridurre l’inquinamento, cosa non trascurabile in un periodo in cui le polveri sottili continuano a superare le soglie di allerta.

E pur d’accordissimo nell’infliggere pesanti sanzioni a chi, improvvisandosi Valentino Rossi, mette a rischio non solo la sua incolumità , ma soprattutto quella degli altri, eviterei leggi punitive che rasentano l’assurdo come la n.168 del 2005.

La norma in questione, anzichè punire solo con una multa, prevede la confisca del mezzo per una serie di infrazioni, molte delle quali equiparabili a quelle di un automobilista indisciplinato.

Restando in paziente’ ma un po’ disillusa’ attesa che qualcosa di concreto venga fatto per migliorare la viabilità , continuerà imperterrito a sfidare le più svariate condizioni metereologiche, convinto che, nonostante tutto, alla lunga ne guadagnerà in salute.

Alessandro Carcano

Dopo aver analizzato la situazione della sosta per le due ruote nelle principali città italiane, e rimanendo in attesa delle risposte alle nostre domande da parte di altre amministrazioni particolarmente significative in questa inchiesta’ come Napoli e Bologna – , vogliamo concludere questo nostro dossier dando uno sguardo a quello che succede negli altri Stati europei.

Sì perchè, nonostante le diversità anche climatiche di molti altri paesi, non sono solo gli italiani ad avere la passione per le due ruote.
Le situazioni d’utilizzo sono diverse, ma il problema della sosta sembra essere comuneà¢â‚¬Â¦.

Questo’viaggio all’estero’ ci è reso possibile grazie alla collaborazione del geografo Francesco Gilardi, che ha realizzato uno studio per la Fondation des Parkings di Ginevra: “F. Gilardi / E. Fankhauser’ CITEC SA Studio d’ingegneria. Ginevra, Svizzera, e Torino (da aprile 2006). www.citec.ch “.

PARIGI

Nella capitale francese si contano circa venticinquemila parcheggi riservati alle due ruote, ma da poco, la politica del parcheggio è volta a separare i posti per biciclette da quelli per due ruote motorizzate.

Queste ultime invadono quotidianamente la città in modo massiccio; in rapporto agli stalli di sosta si nota dunque a Parigi un deficit di parcheggi.
Il comune sostiene lo sviluppo di nuovi luoghi di parcheggio per due ruote; lo scopo dichiarato è infatti quello di creare mille posti di parcheggio per due ruote all’anno, il cinquanta per cento dei quali per biciclette e l’altra metà per due ruote motorizzate.

I sistemi di sosta su strada sono disposti a formare un angolo di sessanta gradi in rapporto all’asse stradale, l’operazione di parcheggio si effettua entrando dal marciapiede, al fine di potersi immettere direttamente sulla via, un meccanismo di ancoraggio metallico permette poi di assicurare il veicolo alla strada.

Sul tema del pedaggio, l’amministrazione della capitale francese è contraria ad una tariffazione per il parcheggio delle due ruote.

Attualmente si contano quattro parcheggi parigini su cinque che propongono lo sosta da media a lunga durata per le due ruote motorizzate.
Il numero totale di posti disponibili in cantiere è approssimativamente di duemilacinquecento unità , che rappresenta comunque il dieci per cento dei posti disponibili in servizio.

Nei parcheggi privati si nota che il prezzo di un abbonamento per il parcheggio di un due ruote motorizzato si pone attorno alla metà del prezzo per le automobili.

Al fine di conoscere meglio la situazione dei parcheggi nella’ville lumière’ è senza dubbio molto utile il volume “Parking de Paris. La guida della sosta“.

Un’opera principalmente studiata per i turisti, francesi e stranieri, che indica non solamente tutti i parcheggi in Parigi, ma anche i tipi di sosta proposti, le tariffe, l’accessibilità e tutti i servizi annessi (es. il lavaggio delle macchine, l’affitto di biciclette, l’affitto di ombrelli).

I parcheggi indicati nella guida sono duecentoquindici, rappresentanti la quasi totalità dei posti conosciuti aperti al pubblico e praticanti sosta oraria e/o locazione annua.
Queste strutture appartengono sia a delle società private (sessanta per cento) sia al Comune di Parigi (quaranta per cento, che ne concede la gestione a delle società terze).
Tra i duecentoquindici parcheggi censiti, centosettanta accolgono anche le due ruote.

In generale i posti per moto situati all’interno dei parcheggi per auto, sono destinati a dei clienti regolari e sono disponibili unicamente su abbonamento.
L’offerta è di solito da dieci a venti posti moto per parcheggio.

La sosta di breve durata per le due ruote è molto più rara a Parigi.
A praticarla, ad esempio, è il parcheggio Diderot, con una tariffa molto vantaggiosa (1 ora a 0,75 Euro, una giornata a 6 Euro.
L’affitto mensile è di 60 Euro e l’abbonamento annuale si spinge a 635 Euro, mentre l’abbonamento annuale per vettura si alza a 1180 Euro).

A Parigi la società Vinci Park SA propone delle soluzioni innovative in materia di sosta per due ruote motorizzate.
Nella città la società gestisce trentacinque parcheggi (ripartiti nei venti’arrondissements’), nei quali le moto/scooters hanno accesso e possono parcheggiare pagando un abbonamento mensile/annuale che varia tra il trenta per cento e il cinquanta per cento rispetto al prezzo dell’abbonamento per un’automobile.
Il prezzo è fissato dalle regole del mercato.

L’organizzazione degli spazi per la sosta delle moto varia da un parcheggio ad un altro:

– sotto forma di spazi chiusi, accessibile attraverso una porta che si apre con un codice a disposizione degli abbonati,
– sotto forma di box individuali che si aprono con una chiave in possesso degli abbonati,
– stalli al suolo con accesso libero. In questo caso il controllo degli aventi diritto (abbonati) si effettua sulla base del numero di immatricolazione del veicolo.

Il parcheggio più sviluppato per l’accoglienza delle due ruote motorizzate è quello degli Champs Elysèes.
Qui esiste un’infrastruttura separata per parcheggiare le moto/scooters, con accesso indipendente da quello delle automobili, per dar modo alle due ruote di muoversi più velocemente all’interno dell’area.

STOCCOLMA

La Svezia non rappresenta, a prima vista, un paese dove le due ruote motorizzate sono una parte considerevole nell’insieme dei mezzi di trasporto.
In tutto il Paese circolano duecentocinquantamila motoveicoli, di questi circa trentacinquemila a Stoccolma.

Qui le aree di sosta per le due ruote sono cartografate e presentate su Internet attraverso un sistema di informazione geografica semplice da consultare.
Ecco gli indirizzi:

http://www.stockholmtown.com/templates/SimplePage___6102__EN.aspx
ed anche 

http://www.stockholm-parkering.se/

Questo canale informatico permette agli utenti delle due ruote di trovare dove sono situate le zone di parcheggio dedicate, con le relative informazioni su indirizzo esatto, numero di posti, ecc..

ATENE

La situazione della Grecia, in termini di due ruote motorizzate, è critica.
Non c’è una strategia per gestire la mobilità urbana delle grandi città , che sono completamente invase da moto e scooters.

A livello europeo, i greci vantano il più grande numero di acquisti di motoveicoli rispetto agli acquisti di macchine: nel paese infatti questo rapporto è di seicentotrenta moto per mille macchine, mentre in Francia ad esempio il rapporto non è che di centoottantasei a mille.

Soprattutto si osserva che i motociclisti acquistano più volentieri moto di grossa cilindrata rispetto agli scooter.

Data questa situazione non è quindi una conseguenza straordinaria che il trentacinque per cento degli spazi di sosta ad Atene siano occupati dalle due ruote motorizzate.

Sul piano dei parcheggi comunque la situazione è critica; nonostante la legge proibisca la sosta sul marciapiede, la polizia chiude un occhio e non procedere a comminare le dovute contravvenzioni.
Una realtà legata alla mancanza di spazio per realizzare delle zone di sosta dedicate.
Sono state lanciate delle iniziative per permettere alle due ruote di sostare nei parcheggi a pagamento, ma le società che gestiscono queste strutture non sono favorevoli ad aprirsi a questo tipo di clientela, perchè ritengono le moto troppo difficili da sorvegliare.

MADRID

Con le sue centomila moto immatricolate, a Madrid le autorità cittadine hanno lanciato un progetto di valorizzazione delle due ruote motorizzate come mezzo di trasporto urbano privilegiato.

Il progetto si intitola’Muoviti per Madrid con la moto’.
Nel quadro di questa iniziativa, si sta realizzando un ampio studio al fine di migliorare, tra le altre cose, la situazione della sosta per i motoveicoli.

Lo studio si articola in cinque fasi: conteggio dei parcheggi attuali e preparazione di un modello che prevede la creazione di trecento nuovi spazi di sosta; creazione di un sito Internet, aperto alle osservazioni e ai commenti degli utenti, completo dell’elenco di tutti i parcheggi per due ruote presenti sul territorio madrileno; decisione circa i nuovi stalli per due ruote sulla base dei dati raccolti con il sito Internet e attraverso la collaborazione delle locali associazioni di motociclisti; costante aggiornamento del sito web con i nuovi parcheggi per due ruote motorizzate.

Attraverso il sito Internet
www.madridmovilidad.es/motos gli utenti possono cercare’onà¢â‚¬’line’ le aree di sosta per le due ruote, anche se il sistema non fornisce i dati in tempo reale sulla disponibilità di posti liberi.

LONDRA

A Londra, e nel resto della Gran Bretagna, la politica della sosta è una competenza locale.
In una parte del centro londinese (Westminster), le aree di sosta dedicate alle due ruote motorizzate rappresentano il trentacinque per cento del totale, ma durante la settimana l’offerta soddisfa appena la crescente domanda di parcheggio.

Nelle capitale britannica esistono differenti forme di sosta per le due ruote motorizzate, a seconda delle diverse aree della città .

Qualche Comune ha deciso di esonerare i motociclisti da qualsiasi pedaggio a causa della difficoltà di comminare multe ai motociclisti che non acquistano il ticket là dove dovuto (facilità di furto del ticket, cattiva aderenza dei tickets autoincollanti, reso ancor più precaria in caso di vento o pioggia).

La sosta a pagamento delle due ruote motorizzate, generalmente praticata negli spazi a fianco della strada, è molto simile a quella decisa per le vetture: i motocicli pagano unicamente durante certe fasce orarie.

E’ importante infine sottolineare come in Inghilterra la preoccupazione del furto della moto sia fortemente vissuta, ecco perchè esistono tecniche di ancoraggio del mezzo al suolo per ovviare al problema.
Riflettendo sul problema ci pare questa una soluzione che troverebbe benissimo
favore anche da noi; il furto delle due ruote è frequentissimo anche da noi e
poco può consolare che anche nella civilissima Londra pullulino "mariuoli".

Servizio a cura di Alice Tordo e Alessandro Ricci

Per visualizzare la prima parte dell’indagine

"DUE RUOTE: IL FUTURO E’ UNDERGROUND?"