È sempre cosa buona e giusta sensibilizzare la gente su certi temi e diritti, soprattutto se non vengono rispettati a causa di un malcostume diffuso e imperituro. Il parcheggio per disabili è uno di questi. Parcheggi.it si è già occupato della questione in passato, lanciando nel 2006 una campagna per la tutela del posto auto riservato ai disabili. Il felice slogan recitava: «Se vuoi il mio parcheggio, prenditi anche il mio handicap.» La campagna, accompagnata da una simpatica vignetta disegnata da Enzo Marciante, rappresentava una lodevole iniziativa per creare cultura sul tema, e per scoraggiare gli automobilisti a macchiarsi di una delle più odiose violazioni del Codice della Strada.

Purtroppo il fenomeno di tanto in tanto torna a galla, e questa ignobile abitudine fatica a scomparire. È notizia di questi giorni che a Mira, comune appartenente all'area metropolitana di Venezia, i residenti denunciano una «situazione indecorosa»: auto e furgoni parcheggiano continuamente (e senza alcun titolo) sugli stalli per disabili nel parcheggio dell'area commerciale Mira Sole. I vigili locali dichiarano di aver sanzionato più volte gli incivili, ma a quanto pare all'inciviltà non vi è alcun limite. Addirittura può accadere – e questo ha del paradossale – che i vigili non possano multare per "difetti" di segnaletica: succede a Roma, dove l'amministrazione ha dimenticato di adeguare strisce e cartellonistica alla normativa europea. Sono i vigili stessi a sollevare il problema, perché la mancanza di una segnaletica a norma rende inutile il loro intervento: le contravvenzioni in assenza di adeguamento alle norme europee rendono scontata la vittoria di tutte le contestazioni.

Se in Italia il fenomeno persiste, in Russia ha assunto le dimensioni di un grave problema sociale. Dislife, un'organizzazione russa no profit, riporta che oltre il 30% dei conducenti sovietici occupa illegalmente i parcheggi riservati ai disabili. Per combattere il problema, l'organizzazione ha collaborato con un'agenzia pubblicitaria (Y&R) creando una campagna non convenzionale intitolata More than a sign: l'idea è di "materializzare" le persone disabili a protezione dei punti a loro riservati. Per farlo hanno montato dei particolari sensori: questi dapprima rilevano la presenza (o assenza) di un adesivo o badge per disabili sulla vettura, poi in caso di assenza creano una proiezione olografica di una persona con disabilità che appare improvvisamente sopra lo stallo spaventando gli automobilisti che si avviano a compiere il "misfatto". Il sistema inoltre unisce l'audio alla grafica, così l'ologramma è in grado di apostrofare i conducenti e rimproverarli per aver tentato di parcheggiare illegalmente. I sensori sono stati installati nei parcheggi di alcuni centri commerciali, e in seguito sono state filmate le reazioni degli automobilisti, in perfetto stile candid camera. Un'iniziativa tecnologica ed efficace.

«Affronto molte sfide ogni giorno, la tua unica sfida è rispettare i miei diritti.» Questo recita il video di presentazione della campagna. Rispettare i diritti altrui, a ogni livello e in ogni ambito, dovrebbe essere un valore comune, accertato e inalienabile. Appunto, dovrebbe.