La nuova frontiera si chiama auto elettrica. E se questa tecnologia è ancora nella sua fase evolutiva – basti pensare alla ricerca applicata all'autonomia delle batterie e ai tempi di ricarica – pensiamo che anche i futuri automobilisti "elettrici" dovranno affrontare una sorta di evoluzione nei comportamenti e nelle abitudini riguardo all'uso delle stazioni di ricarica. E siccome siamo in Italia, il paese dei furbetti, ogni consiglio o precauzione non è mai di troppo.

Sul nostro territorio le stazioni di ricarica non sono ancora diffusissime, e quando il mercato dell'auto elettrica crescerà i posti ambiti per la ricarica diventeranno sempre più preziosi e ricercati. Per gli elettro-automobilisti, una volta trovato il posto libero con la colonnina di ricarica, sarà forte la tentazione di lasciare la macchina in sosta oltre il normale tempo di ricarica, come se a carica terminata l'area diventasse un normale stallo di un parcheggio. Questo comportamento cozzerebbe con le esigenze di ricarica degli altri automobilisti, costretti ad aspettare i "comodi" di chi lascia l'auto nelle stazioni di ricarica per un tempo indefinito.

Se credete che sia un'esagerazione, questa problematica è già presente in quei paesi dove la mobilità elettrica è più diffusa, come gli USA. La TESLA – la famosa azienda automobilistica di Elon Musk che produce auto elettriche ad alte prestazioni per il mercato di massa – si è già accorta del malcostume e ha deciso di prendere provvedimenti: coloro che lasceranno le vetture nelle aree Supercharger dopo aver terminato la ricarica, dovranno pagare una tariffa di 0,35 euro al minuto nel caso in cui la maggior parte delle colonnine sia occupata. Questo perché sempre più clienti TESLA utilizzano le stazioni di ricarica proprietarie del marchio americano come semplici parcheggi, non permettendo agli altri di usufruirne. Tutti gli utilizzatori del servizio avranno cinque minuti di tempo per lasciare l'area apposita una volta terminata la ricarica: oltre quel tempo scatterà il pagamento della sosta, notificato tramite l'app sullo smartphone.

Indizi di malcostume che speriamo vengano colti (e corretti) dai futuri automobilisti elettrici, ma anche dalle autorità e dagli addetti ai lavori. E teniamo presente una cosa: lo stesso malcostume è assai probabile nella convivenza tra automobilisti tradizionali ed elettrici. L'indizio maggiore ce lo forniscono i parcheggi per disabili: ancora oggi c'è chi parcheggia abusivamente negli stalli per disabili non curandosi di sottrarre il servizio a chi ne ha realmente bisogno (oltre a macchiarsi di un gesto di profonda inciviltà).

A proposito di convivenza tra autisti elettrici e non, il problema è già stato affrontato dal giornalista americano ed esperto di mobilità elettrica Brad Berman. Egli ha proposto 8 regole (apparse qui) per il rispetto reciproco tra le due tipologie di automobilisti. Un vademecum di buon vivere comune rivolto a tutti. Vediamo sinteticamente gli otto punti:

  • chi guida auto a combustione interna non può parcheggiare nei posti assegnati ai veicoli elettrici (non importa quanto il parcheggio sia affollato);
  • se il posto di ricarica è occupato abusivamente, lasciare un biglietto sul parabrezza dell'occupante che spieghi educatamente il torto subito;
  • ricaricare solo quando è davvero necessario;
  • una volta che la sessione di rifornimento è completata, cedere il posto a un altro;
  • se il punto di ricarica è in uso ma è possibile parcheggiare accanto alla macchina attualmente in carica, è legittimo lasciare un messaggio chiedendo all’altro proprietario di collegare la vostra auto dopo la sua sessione;
  • i proprietari di auto elettriche "pure" non hanno il diritto di scollegare un veicolo ibrido plug-in…
  • …a meno che quel veicolo non abbia finito di caricarsi (lasciando un messaggio che ne spieghi educatamente il motivo);
  • gestire correttamente il cavo di rifornimento, in modo che non costituisca un ingombro per pedoni o altri veicoli.

Regole assolutamente condivisibili. Pessimisticamente, non di facile applicazione in un paese in cui ci si manda, appunto, a quel paese per ogni minimo "sgarro" stradale e non…