E’ opinione comune che l’auto elettrica si diffonderà  in modo consistente entro la fine di questa decade. Complice il costo non proprio “popolare” delle auto “Zero emissioni”, attualmente in Europa se ne vedono circolare pochissime. Un elemento fondamentale che favorirà  la diffusione dei veicoli a propulsione elettrica sarà  la facilità  con cui saranno disponibili diffusamente le colonnine di ricarica.

Mentre in Italia il nostro Governo è impegnato a legiferare su importanti provvedimenti come il controllo e la tassazione delle sigarette elettroniche (sigh!), in altre parti del mondo si preparano concretamente a favorire la diffusione di veicoli elettrici con provvedimenti governativi ad hoc che puntano a promuovere punti di colonnine di ricarica anche con sussidi e sovvenzioni. Questa “lungimiranza” del Governo Giapponese ha fatto ì che le quattro più importanti case automobilistiche nipponiche si organizzassero per collaborare insieme alla realizzazione di una rete di ricarica. Ecco i dettagli dell’iniziativa.

Toyota, Nissan, Honda e Mitsubishi hanno annunciato insieme il loro accordo volto a promuovere l’installazione di impianti di ricarica per i veicoli alimentati ad elettricità , costituendo un ‘charging network’ (rete di ricarica), per offrire più convenienza ai guidatori giapponesi.

Questa mossa si basa sulla necessità  di sviluppare velocemente infrastrutture atte alla ricarica per promuovere ed aumentare l’uso dei veicoli elettrici. Assistiti da finanziamenti forniti dal governo giapponese, i quattro produttori si assumeranno parte dei costi per installare gli impianti. Inoltre, lavoreranno insieme per costruire una conveniente ed accessibile rete di servizi correlati in collaborazione con le compagnie che ad oggi stanno fornendo i servizi di ricarica, nei quali i produttori di auto hanno comunque già  una partecipazione finanziaria.

Al momento, in Giappone ci sono circa 1700 stazioni di ricarica rapida e solo poco più di 3000 stazioni standard, considerate insufficienti…!

Il governo giapponese ha annunciato finanziamenti per l’installazione di impianti per un totale di 100,5 miliardi di yen (circa 784 milioni di euro) per l’anno fiscale 2013, per sviluppare velocemente le infrastrutture ed espandere l’uso di veicoli elettrici ed ibridi.

Attualmente, ogni prefettura in Giappone sta elaborando un piano per l’uso dei contributi.
Precedentemente, ogni casa automobilistica ha valutato le possibili posizioni per gli impianti autonomamente. Ora, hanno deciso di collaborare condividendo l’idea comune che le infrastrutture di ricarica siano un patrimonio pubblico e che debbano esser potenziate velocemente, sfruttando il limitato periodo in cui le sovvenzioni sono disponibili.

Al momento ci sono principalmente 3 modi per ricaricare i veicoli elettrici: carica base, dove l’auto viene rifornita in case private o condomini, carica di destinazione, nelle immediate vicinanze a luoghi d’interesse come supermercati, punti vendita self-service e ristoranti, e carica su strada, in località  come aree di servizio sulla rete stradale e distributori di benzina.

In termini di utilità , gli impianti PHV (veicoli ibridi) e PHEV (veicoli ibridi elettrici) beneficerebbero di un’espansione della rete di colonnine, poichè verrebbero massimizzate le prestazioni di questi mezzi, diminuendo il ciclo combinato.
Cionondimeno diminuirebbero di conseguenza il consumo di carburante e l’inquinamento.

Nello specifico i veicoli elettrici, che forniscono un’esperienza di guida a emissioni-zero, potrebbero sfruttare una estesa rete di ricarica per migliorare i loro range di utilizzo nei lunghi viaggi.

Secondo l’accordo, le quattro società  hanno deciso insieme i punti fondamentali del progetto.

1. Promuovere l’installazione di colonnine di ricarica in Giappone. àˆ previsto di aumentare gli impianti di carica base e carica rapida rispettivamente di 8000 e 4000 unità .
2. Promuovere l’installazione prendendo temporaneamente parte ai costi, anche di manutenzione.
3. Costruire una rete di impianti di ricarica, consentendo agli utenti di utilizzare i loro mezzi ‘eco’ con maggiore convenienza. La collaborazione tra le società  che già  forniscono servizi di ricarica potrebbe portare velocemente ad una nuova realtà , un concetto di ‘rete’. Un esempio sta nel permettere al proprietario (o proprietaria) dell’auto di ‘ricaricarsi’ in qualsiasi punto con la stessa tessera.
4. Lavorare con il governo e le amministrazioni locali.

I veicoli alimentati ad elettricità  sono la forza trainante delle fonti di energia alternative. Il governo mira ad espandere l’utilizzo di questi veicoli e delle loro prossime generazioni future (PHV, PHEV e EV) per raggiungere il 15-20% delle vendite di auto nuove già  nel 2020.

Insomma, un progetto nuovo, ambizioso, che sa di innovazione… Che sia la direzione in cui muoversi non ci sono dubbi. Considerando che in altri paesi, come il nostro, si è rimasti impantanati nel classico ma mai superato circolo vizioso: non vengono costruite stazioni di rifornimento perchè non vi sono abbastanza veicoli, i veicoli non sono venduti a prezzi competitivi perchè la domanda è insufficiente, i consumatori non acquistano i veicoli perchè sono costosi e non ci sono stazioni di rifornimento.