Se domare il Caos è da sempre la sfida primitiva della storia umana, regolare il caos cittadino è senz'altro una sfida meno apocalittica e più "terrena", ma è determinante per "muoversi" nella modernità. Pensiamo a un dato: le città occupano solo il 2% della superficie terrestre, ma ospitano il 50% della popolazione mondiale, che diventerà un buon 70% entro il 2050. Pertanto la grande concentrazione di persone nelle metropoli è un fatto oggettivo e non modificabile. L'obiettivo, allora, non è certo quello di diminuire la densità della popolazione urbana, ma quello di rendere il sistema città un ambiente più vivibile, ordinato, regolabile e fruibile al meglio. In una parola, intelligente. Con un'altra parola, connesso.

Le cosiddette smart city sono dotate di tecnologie che permettono di collegare una quantità smisurata di dispositivi grazie al cloud computing e ai big data. Si tratta di veri e propri "mondi connessi" che permettono di monitorare e regolare determinate azioni o elementi della vita di tutti i giorni (pensiamo alla sicurezza, ai dati medici, al monitoraggio della qualità dell'aria o dell'acqua, ai rilevamenti sismici, ecc). Ma il paradigma fondamentale di una città smart è senz'altro la mobilità: connettere tra loro auto, strade, parcheggi, segnali stradali, semafori e altri fattori vuol dire regolare il flusso continuo di veicoli, persone e merci che contraddistingue lo spazio urbano. Basti pensare agli altissimi costi della congestione. Ogni città "mediamente" intelligente non può esimersi dall'attuare piani regolatori efficienti e condivisi per la mobilità, che altrimenti si manifesta come un sistema denso di ostacoli, anti-economico, farraginoso, in una parola… il proverbiale "caos".

Detto questo, per ricercatori e studiosi il futuro della connessione tra autovetture e contesto cittadino è rappresentato dal 5G. Parlando in termini tecnici, ad oggi la rete utilizzata è il 4G, che gira a una velocità di 15 Mbps, mentre il 5G sarà 50 volte più potente, portando la potenza di download a 750 Mbps. Per fare un esempio di applicativo utile, lo Smart City Council – l'associazione che riunisce le maggiori società mondiali per studiare e promuovere le tecnologie utili alle smart city – afferma che potremo controllare i nostri elettrodomestici da remoto tramite uno smartphone, sia sul piano dell'utilizzo (far partire la lavatrice mentre sei in ufficio) sia su quello del monitoraggio dei consumi.

Ma ancora una volta il focus della ricerca è la mobilità. Pensiamo a un'auto che si sta avvicinando al luogo di un incidente: una connected car potrà inviare l'informazione ad altre auto che la seguono indicando i tempi di attesa o suggerendo le strade alternative. Altri campi di studio della rete 5G sono la guida autonoma, la gestione del traffico, la comunicazione tra bus, fermate e operatori di settore, la gestione dell'illuminazione stradale, e tanto altro. Citiamo il progetto europeo METIS II, finanziato dall'UE: il suo obiettivo è applicare la tecnologia 5G per migliorare l'interconnessione dei sistemi di comunicazione mobile tra veicoli (M2M), col fine di migliorare la sicurezza stradale e diminuire il tasso di incidenti, che ammonta a 26.000 decessi l'anno sulle strade d'Europa.

A dimostrazione della rilevanza di queste tematiche, proprio in questi giorni è nata la 5G Automotive Association, una partnership tecnologica e commerciale tra Audi, BMW, Daimler, Ericsson, Huawei, Intel, Nokia e Qualcomm. In pratica, un consorzio che unisce il mondo dell'automobile a quello delle telecomunicazioni. L'obiettivo è creare le basi per mettere in rete i sistemi di bordo dei veicoli, rendendoli capaci di dialogare tra loro, con le infrastrutture e con ogni dispositivo del mondo esterno, secondo il principio dell'automazione di azioni al verificarsi di determinati eventi. Secondo l'associazione sono queste le premesse per la realizzazione di applicazioni come la guida autonoma, l'accesso continuo ai servizi, la prevenzione degli incidenti e il trasporto intelligente.

Tuttavia, per quanto tutto questo sia estremamente affascinante, teniamo ben presente il carattere "pionieristico" di queste applicazioni: la tecnologia 5G – dicono i ricercatori – sarà pronta per il mercato di massa non prima del 2020. Anzi il ministro delle infrastrutture tedesco, Alexander Dobrindt, ha affermato che la Germania starà al passo con la rete 5G entro il 2025. Se questa è la data sul calendario del florido ed avanzato mercato tedesco, possiamo immaginare quanto sia ancora più distante la data italiana… In Italia è ancora instabile la rete 4G! Forse è meglio rendere possibile il pieno utilizzo e la piena ottimizzazione di quello che abbiamo già, prima di pensare al futuro…

Come sempre, ci vuole buon senso. Le tecnologie del futuro devono avere una buona base da cui partire, e in Italia, purtroppo, questa base a volte manca. Mettiamo a posto quello che c'è (strade, reti, burocrazia…) e la vita di tutti giorni migliorerà anche senza bisogno delle auto che guidano da sole. E soprattutto, consigliamo a società e studiosi di non dimenticare mai il tema della sosta. Riprendendo i dati iniziali, il 50% della popolazione mondiale vive e lavora nelle città: se è vero che si muove e si sposta continuamente, dovrà pure potersi fermare da qualche parte. Per ridurre la congestione del flusso urbano, ridurre il traffico, ridurre il tempo degli spostamenti, ridurre gli sprechi di denaro, per ridurre tutto questo sono necessarie politiche efficaci di smart parking. Perché se la città è smart, deve esserlo anche il parcheggio, fattore nevralgico per l'organizzazione e la regolamentazione dello spazio cittadino, della mobilità, e dunque della vita quotidiana di tutti.