L’ultima edizione di Mobility Report, il grande evento dedicato alla mobilità organizzato da AIPARK e ASSTRA nel maggio scorso, è stata una grande occasione di confronto e di analisi sul tema che ha permesso di tirare le somme sul presente e sul futuro delle città in Europa e in Italia, e che ha consentito di soffermarsi su luci e ombre che caratterizzano, in particolare, la gestione del traffico e del parcheggio. Quest’ultimo, in particolare, ha un ruolo davvero centrale: noi di Parcheggi.it lo abbiamo sempre sostenuto, ma Laurence A. Bannerman, Segretario Generale Aipark e Presidente EPA, lo ha ribadito in occasione dell’evento con una metafora davvero azzeccata, facendo riferimento al mondo del rugby e collocando la sosta “al centro della mischia”.

Ma procediamo con ordine. Un dato positivo risiede nel fatto che il tema-ambiente è sempre più sentito: soprattutto fra i giovani l’“effetto Greta”, ossia l’opera di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici portata avanti dalla giovanissima attivista svedese Greta Thunberg, si sta facendo sentire e auspicabilmente questo avrà concrete ripercussioni sulla mobilità di domani.

Anche Antonio Di Donna, Presidente AIPARK, ha preso le mosse da questo argomento nel suo intervento di apertura dei lavori, esprimendo un interessante punto di vista: affrontare l’emergenza ambientale non pensando necessariamente a una decrescita, ma pensando piuttosto a organizzare il nostro futuro per attuare un’accelerazione verso una nuova transizione tecnologica: che contempli intermodalità, maggiore efficienza e nuove fonti di energia, sharing mobility. Già l’attuale sviluppo tecnologico ci permetterebbe di essere molto più efficienti con forti risparmi di materie prime e di energia: questo vuol dire – guardando il nostro settore – che, se partissimo ora con un parco automezzi completamente rinnovato, nuove infrastrutture di trasporto, nuove soluzioni modali, potremmo ridurre in modo sensibile i nostri consumi di materie prime ed energia nel settore del trasporto locale pubblico e privato. E per fare questo, come vedremo, è essenziale il contributo che la sosta potrà fornire”, ha aggiunto Di Donna. Ancora una volta, tuttavia, si pone il problema delle infrastrutture, essenziali per puntare a una nuova mobilità che garantisca la riduzione dell’inquinamento.

Come muoversi, dunque? Un utile strumento per innovare ci arriva dalla realizzazione dei Piani Urbani della Mobilità, che hanno la funzione di individuare le priorità e le linee d’intervento. “Gli associati AIPARK possono dare un importante contributo in questa direzione, mettendo a disposizione risorse finanziarie per la realizzazione di parcheggi in struttura a servizio delle aree commerciali e direzionali, per quelle di scambio, per realizzare hub urbani e, più in generale, per liberare le strade dalle auto in sosta e di conseguenza rendere fruibili quelle stesse aree per percorsi riservati al trasporto pubblico, alla realizzazione di piste ciclabili sicure, di zone a traffico limitato ed aree pedonali da restituire agli usi civici, con la conseguente rivitalizzazione dei nostri centri urbani”.

Dall’analisi illustrata in seguito è emerso il bisogno di togliere, in Italia, 500.000 auto dalla strada, da trasferire in nuove strutture da realizzare: e sarà necessario farlo non solo nei grandi Comuni, ma anche in quelli di piccole dimensioni.

In occasione del Mobility Report, interessanti riflessioni in questo senso sono arrivate anche da Laurence A. Bannerman, Segretario Generale AIPARK, che ha evidenziato come, in Italia, circa il 50% dei trasporti avvenga su auto (i dati ISFORT relativi al 2017 ci dicono, esattamente, che le auto provate vengono utilizzate per il 59% degli spostamenti). Forse una possibile soluzione al problema potrebbe essere la massiccia adozione di veicoli non inquinanti? A guardare bene si tratterebbe, in realtà, di una falsa soluzione, perché ci si troverebbe comunque alle prese con un congestionamento di auto, sia pure “pulito”, da gestire.

Il segreto sta dunque in una corretta gestione della sosta che incentivi l’uso di mezzi alternativi all’auto. La città italiana più virtuosa, da questo punto di vista, è Milano, dove si fa largo uso dei mezzi pubblici; anche in Emilia Romagna la situazione è migliore che altrove, grazie alla diffusissima adozione della bicicletta come mezzo di trasporto.

Ciò premesso, il modo migliore per disincentivare l’uso dell’auto può consistere in un limite alla durata della sosta, e nell’impiego dei ricavi provenienti dalla sosta in soluzioni che snelliscano e rendano più intelligente la mobilità (come già avviene in grandi città europee quali Amsterdam e Madrid).

A completare il quadro risulta infine indispensabile un rafforzamento capillare e una digitalizzazione dei controlli. Da questo punto di vista un ottimo esempio è rappresentato da Madrid, città in cui inserendo la propria targa nei parcometri la tariffa oraria viene automaticamente calcolata in base a quanto un veicolo è inquinante.