E’ ormai sulla bocca di tutti l’indagine condotta dalla Fondazione ACI Filippo Caracciolo e presentata a Riva del Garda in occasione del Primo Forum Internazionale delle Polizie Locali. Lo studio ha infatti evidenziato come la multa nel nostro Paese sia sempre più da considerarsi, a tutti gli effetti, un balzello più che uno strumento finalizzato alla sicurezza stradale. Un semplice metodo alla portata delle amministrazioni locali, insomma, per raggranellare facili quattrini e salvare i bilanci senza troppa fatica: che, ironicamente, mai come ora esce allo scoperto, proprio nel momento in cui il nuovo governo annuncia l’abolizione dell’ICI

I dati parlano da soli, e sono impressionanti: nel 2006 è piovuta sulla testa degli italiani una valanga di 9,52 milioni di contravvenzioni. Il che significa 26mila multe al giorno. Che, tradotto in termini prosaicamente pecuniari equivale a 1, 1 miliardi di euro.

In questo quadro le contravvenzioni legate all’universo della sosta (nelle sue tante declinazioni) fanno la parte del leone. Tecnicamente, infatti, sono le violazioni all’articolo 7 del codice stradale quelle più frequentemente punite: articolo che offre ai sindaci la facoltà  di intervenire in fatto di obblighi, divieti e limitazione della circolazione nei centri abitati: dunque, oltre a targhe alterne e blocchi del traffico, strisce blu e zone a traffico limitato.
Il divieto di sosta vero e proprio figura al secondo posto nella classifica della più frequenti cause di multa: ogni anno le multe a chi parcheggia laddove non dovrebbe (e di fatto in Italia i parcheggi non abbondano certo; ndr) sono la bellezza di 2, 7 milioni.
Meno frequenti le sanzioni a chi guida in stato di ebbrezza, a chi schiaccia con troppa disinvoltura il pedale dell’acceleratore, a chi dimentica la patente e ai centauri che credono di poter fare a meno del casco.
Non dimentichiamo infine le multe ai pedoni ‘ quasi 2000 l’anno ‘ a dimostrazione di quanto anche ad essi convenga rispettare il codice.

Lo studio della Fondazione, tuttavia, evidenzia altri importanti aspetti legati al tema multa: anzitutto il fatto che l’immagine e l’operato delle polizie locali risulti fortemente compromesso dalla situazione descritta.
Impegnati come sono a battere cassa per conto dei Comuni, infatti, i vigili rischiano di tralasciare quello che dovrebbe essere lo scopo principale del loro operato, e cioè quello di rendere più agile e fluida la mobilità . A tutto ciಠvanno aggiunti palesi difetti propri del codice della strada, costantemente aggiornato ma di fatto sempre più caotico e sibillino: motivo che ha indotto il presidente dell’Aci, Entico Gelpi, a proporne uno nuovo, fatto di soli 50 articoli, che possa un giorno diventare europeo.
Fra le proposte avanzate dall’associazione, anche quella di realizzare una banca dati legata all’attività  sanzionatoria, tesa a facilitare il rapporto fra Codice, polizia locale e automobilisti.

L’indagine ha infine messo in rilievo le profonde differenze esistenti fra Nord e Sud e fra piccoli e grandi centri in fatto di personale e sanzioni. Qualche esempio?
Il Sud si distingue per una più massiccia presenza di personale (3 operatori in più, rispetto alla media nazionale, ogni diecimila veicoli), mentre nel Nord spiccano il maggior numero di agenti sulle strade, la diffusione degli autovelox (1,5 ogni centomila auto) e un numero maggiore di multe effettuate.

Per quanto riguarda, invece, il rapporto tra grandi e piccole città , sebbene in queste ultime si trovi la concentrazione maggiore di autovelox, è nelle città  più grandi che si effettua il maggior numero di controlli e di multe. Si registrano infatti 520 verbali l’anno per un vigile di un capoluogo con oltre 500mila abitanti; 400 verbali per le realtà  comprese tra i 100 e i 500mila abitanti e 390 verbali nelle realtà  più piccole).

Ultimamente criticata per la poca efficienza, con questi numeri non si puಠcerto dire che la Pubblica Amministrazione non funzioni…

S.F.