Partita in sordina, da qualche tempo la realizzazione di centinaia di posti auto sotto i terreni di pertinenza delle varie parrocchie romane sta diventando una realtà di rilievo.

Godendo degli accordi stipulati con i concessionari dei parcheggi e dei vantaggi degli oneri accessori, i box e posti auto realizzati sotto i terreni di proprietà ecclesiale hanno portato nuove risorse ai fabbisogni delle chiese.
Valga per tutti l’esempio del parroco di San Cleto, a San Basilio. Col ricavato dei box, spiega l’interessato, si è costruito un impianto sportivo di cui gode ora tutto il quartiere. In cambio dell’utilizzo di un ettaro di terreno si è ricavato il necessario per costruire una palestra, due campi di calcetto ed una postazione per la Croce Rossa.
-I parroci hanno dimostrato finora una forte sensibilità per questo problema – commenta Fabrizio Panecaldo, il consigliere comunale che ha una delega del sindaco sul Pup- Una volta compreso il meccanismo, i parroci sono stati i primi a farsi soggetti attivi per utilizzare uno strumento che può rivelarsi prezioso per rilanciare la realizzazione dei box-.

Altri esempi si possono vedere nella chiesa del Gesù, in via Oderisi da Gubbio, in quella di San Barnaba, in via degli Orti alla Farnesina, e tanti altri.

Da evidenziare che in tutti i cantieri di questo tipo non si è sollevata nessuna protesta da parte di cittadini, timorosi per la stabilità dei propri edifici. Non solo, ma spesso sono stati gli stessi parrocchiani a farsi parte diligente, ad evitare che per qualche cavillo saltassero opere che la gente del quartiere e i fedeli avevano a cuore, sebbene, riferisce sempre il parroco di San Cleto, non siano mancate difficoltà burocratiche o imprevisti tecnici nel corso dei lavori.