Aperti, accessibili a tutti, condivisibili, ri-utilizzabili e ri-distribuibili. Gli open data fanno parte di un panorama culturale piuttosto ampio, portavoce di un'etica "open", ovvero di condivisione con la comunità. Diversi settori rientrano in questa categoria di pensiero, dai dati della pubblica amministrazione al web (basti pensare al software open source).

Negli ultimi tempi il concetto di open data sta diventando cruciale anche per quanto riguarda la mobilità. Una smart city che possa definirsi tale non può esimersi dal mettere a disposizione della comunità i dati per l'infomobility, favorendo lo sviluppo di servizi innovativi per i cittadini (ad esempio informazioni real time sul trasporto pubblico, sui parcheggi disponibili, sulla congestione del traffico, ecc.).

Lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato a luglio un tavolo di lavoro per creare una piattaforma online di condivisione delle informazioni, la cui banca dati sia popolata da open data provenienti dai diversi attori del settore della mobilità pubblica (treni, autobus, porti, aeroporti, ecc.). L'obiettivo della piattaforma è quello di fornire le relative API (Application Programming Interface) per lo sviluppo di applicazioni che integrino i dati in tempo reale, con il fine di migliorare l’esperienza dei cittadini nonché l’efficienza della catena logistica.

Recentemente a Milano è stato presentato il piano di trasformazione digitale dell'Amministrazione. L'assessore Roberta Cocco ha preannunciato un piano di lavoro suddiviso in diversi punti: tra questi una piattaforma digitale dove trovare informazioni sulla mobilità, acquistare biglietti del teatro o abbonamenti al trasporto pubblico, o ricevere informazioni turistiche; un fascicolo virtuale dove consultare lo storico di pagamenti, tasse e ricevute o scaricare certificati vari; una banca dati condivisa che racconti il lavoro dell'amministrazione; un piano di educazione digitale e formazione per il cittadino. «Per realizzare questi ambiziosi progetti – ha detto l’assessore Cocco – mi sono ispirata ad ottimi esempi internazionali, come il Fascicolo del Cittadino sviluppato in Irlanda o il Portale Unico del Comune di Barcellona».

Queste iniziative sono senz'altro lodevoli, e dimostrano l'interessamento delle istituzioni a questi temi, che non sono concetti astratti o lontani dalla realtà, ma sono le reali esigenze della cittadinanza, che vive e si muove nella giungla urbana e ha bisogno di consultare ogni informazione possibile, aggiornata e in breve tempo. Quello che ci auspichiamo è che gli open data diventino realmente OPEN, ovvero messi a disposizione di tutti e consultabili gratuitamente, utilizzabili da soggetti pubblici e privati che forniscono servizi ai cittadini. Solo così la vera svolta avrà inizio. Altrimenti, oltre alle belle parole, rimarrà la proverbiale e inconfutabile… aria fritta.