Quante volte ci è capitato, imbattendoci in un potenziale e appetibilissimo posto auto libero, di trovarlo indebitamente occupato da un oggetto ingombrante? In molti casi succede perché qualcuno ve lo ha sistemato “strategicamente” per assicurarsi in maniera alquanto goffa e artigianale un “parcheggio riservato” ed impedire che venga occupato da altri in sua assenza.

Ebbene, si tratta di un’abitudine che non soltanto è incivile nei confronti degli altri automobilisti alla disperata ricerca di un buco per parcheggiare, ma che è decisamente fuorilegge, visto che infrange il Codice della Strada. Chi lascia mobili od oggetti ingombranti in un parcheggio per evitare che sia occupato da altri ed essere certo che resti a disposizione per le proprie necessità si rende infatti colpevole di un reato ben preciso: quello di occupazione della sede stradale.

A sancirlo è l’articolo 20 del Codice della Strada, che vieta ogni tipo di occupazione con veicoli, baracche, tende o simili su strade di tipo A, B, C e D, e cioè di autostrade, strade extraurbane principali e secondarie e strade urbane di scorrimento. Solo sulle strade di tipo E ed F, ossia strade urbane di quartiere e strade locali l’occupazione può essere autorizzata, a patto che venga predisposto un itinerario alternativo per il traffico (riguardo che certamente chi si riserva un parcheggio estemporaneamente non si fa).

Pensiamoci due volte, allora, se anche solo una volta nella vita siamo tentati dal ricorrere a questo mezzuccio: la multa prevista per questa violazione è alquanto salata, e da un minimo di 168 euro può arrivare a quasi 700 soprattutto se l’occupazione del parcheggio si protrae così a lungo da poter essere considerata stabile.

Come commentare, invece, l’ancor più diffusa consuetudine di farsi tenere il posto auto, dopo averlo individuato, da un volenteroso passeggero che vi si “pianta” stoicamente per evitare che venga occupato da qualcun altro?

Questa è una scena ancor più familiare: tant’è vero che, verosimilmente, potremmo esserci cascati anche noi almeno qualche volta. La situazione di partenza è quella di ordinaria e urbana lotta per parcheggiare: dopo minuti di forsennata ricerca s’individua un posto che appare come il miraggio di un’oasi nel deserto. Peccato che lo si sia visto troppo tardi, e che per farvi ritorno servano alcuni minuti per un’inversione di marcia o un giro dell’isolato. Si chiede dunque aiuto a chi è in auto con noi, pregandolo di scendere e “tenere” il parcheggio fino al nostro ritorno. Anche in questo caso bisogna aspettarsi multe salate? Qui la giurisprudenza risulta un po’ più ambigua.

Se infatti a occupare lo stallo facendone un temporaneo “parcheggio privato” è una persona, quest’ultima non dovrebbe impedirne il pari uso ad altri soggetti: e qui il fattore-tempo gioca senza dubbio un ruolo chiave, in quanto è evidente che occupando il posto troppo a lungo si rischia, effettivamente, di privare la collettività di una risorsa che potrebbe risultare particolarmente urgente per qualcuno.

Se ne evince, quindi, che occupare il posto per un amico/fidanzato/marito o moglie può essere lecito, sì, ma giusto per quei pochi secondi che gli permettano di effettuare al meglio le manovre per sistemarvi l’auto, e non per farsi un giro del quartiere o concedersi una commissione – lampo sapendo che qualcuno sta facendo da “sentinella” al parcheggio appena puntato…