Ebbene sì: nonostante ci troviamo ormai nel 2018 certi atavici stereotipi sembrano duri, durissimi a morire. L’ennesima prova? I parcheggi rosa che, in Cina, stanno destando un certo clamore, facendo infuriare le donne. Sissignori, infuriare: perché, contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, non si tratta di stalli galantemente pensati, come per esempio qui in Italia, per donne in dolce attesa o neomamme. I parcheggi rosa “in salsa di soia” altro non sono, infatti, che posti auto extralarge e situati in posizioni strategiche con il “nobile” scopo di facilitare le manovre di parcheggio alle esponenti del gentil sesso, che ancora si reputano totalmente inette allo scopo.

 

Il dibattito sulla discriminazione nei confronti della donna al volante è stato acceso dalla creazione di nuovo parcheggio “per donne” costruito a Kunming, capitale della provincia sud-occidentale dello Yunnan. Il parcheggio “gentilmente” ideato, oltre a essere più grande degli altri, è ben isolato e debitamente vicino all’uscita della struttura, dettaglio che implica il crudele sottinteso di…evitare che la maldestra guidatrice rechi danni ad altri veicoli (fatto assai strano, visto che la maggior parte degli incidenti di questo tipo, in Cina, è provocata dagli uomini). L’iniziativa ha precedenti in altre città cinesi; e sembra, addirittura, che controversi parcheggi che paiono progettati per svaporate signore siano presenti anche in Corea del Sud e in Germania.

 

Ecco dunque, a cercare di porre rimedio alla questione, un alfiere del politicamente corretto, in questo caso incarnato dal sociologo cinese Chen Jianguo. Lo studioso ha proposto di battezzare “parcheggi per neopatentati” i comodi stalli extra large, così da evitare gaffe maschiliste: e se proprio vogliamo restare in tema di delicatezza possiamo dire che perlomeno le strisce che delimitano il parcheggio di Kunming sono gialle, e non sfacciatamente rosa, con tanto di disegno di scarpe con tacco a spillo, come invece si trovano a Hangzhou, nella provincia di Zhejiang.

 

Molte donne si sono sfogate, anche in Rete, affermando di essersi sentite a disagio nel posteggiare l’auto in questi spazi; ma c’è anche chi, uomini in primis, ritiene gli “stalli a spillo” la manifestazione di un atto di riguardo nei confronti del gentil sesso… e chi, molto semplicemente, liquida la questione affermando che nessuna donna è obbligata a utilizzarli, per cui per non sentirsi discriminate basta parcheggiare in uno stallo normale.

 

La questione resta dunque aperta, anche se certo potrebbe essere interessante intercettare le reazioni maschili se mai un giorno, tanto per fare un esempio, dovessero essere progettati da qualche acuta designer cassetti o frigoriferi “for men only”, dotati di sensori luminosi e sonori per trovare al primo colpo mutande e calzini o tubetti di ketchup e vasetti di olive: evitando così di invocare puntualmente l’aiuto di mogli e fidanzate.