Un parcheggio deserto, costruito e mai utilizzato, beffardamente chiuso a dispetto del cartello che, all’ingresso, lo qualifica come spazio di proprietà  della Regione: forse uno scenario suggestivo per una sparatoria in un poliziesco, per una scena di suspence in un thriller o per gesta di personaggi fantastici in un visionario film d’animazione giapponese.

A pensare che il parcheggio fantasma non è evanescente come si converrebbe, ma si staglia in tutta la sua concretezza, a due passi dalla fiera di Bologna e dale torri della Regione, con centodieci posti auto liberi, perà², più che di fantasticare viene fatto solo di mangiarsi le mani.

Il motivo del mancato utilizzo del parcheggio Fiera? Come spesso accade, purtroppo, una errata pianificazione dei dirigenti in forze quando si decise per la costruzione, e in particolare la scarsa attenzione prestata al collegamento dell’area con il centro città .

Un vero peccato, perchè basterebbero pochi interventi, nemmeno troppo onerosi, per sistemarlo: una sfalciata e la messa in sicurezza. Oltre, naturalmente, all’affido della gestione dello spazio a una cooperativa di servizi quale l’Operosa, che nel capoluogo emiliano svolge la sua attività  da mezzo secolo, e che avrebbe tutte le carte in regola per farlo fruttare.

Seppur periferica, infatti, la posizione del parcheggio è indubbiamente strategica. Potrebbe rappresentare senza dubbio un prezioso punto di riferimento nei periodi di fiera, ma anche una utile area d’interscambio, ovviamente applicando tariffe inferiori, in quelli meno ‘caldi’: a patto che si prevedesse un efficiente sistema di collegamento con il centro città  per offrire un servizio effettivamente valido ai cittadini.

Se il parcheggio fantasma fosse riportato a nuova vita, i vantaggi sarebbero notevoli; anzitutto la sua messa a reddito gioverebbe non poco alle casse dell’istituzione pubblica. Conti alla mano, se in 20 giorni di fiera il parcheggio fosse riempito anche solo per metà  applicando un ticket di 12 euro al giorno si guadagnerebbero 13 mila euro. E questo guadagno, come già  evidenziato, incrementerebbe ulteriormente sfruttando il parcheggio fantasma come zona d’interscambio. Ulteriore ma non meno importante beneficio recato da un’operazione di questo tipo, la sana batosta che verrebbe sferzata ai numerosi parcheggiatori abusivi che pullulano in zona.

In conclusione, a fronte di un piccolo sforzo e di un minimo investimento economico prenderebbe vita un vero e proprio circolo virtuoso; e sarebbe finalmente risolta un’assurda situazione di spreco, di quelle che, nel nostro Paese, appaiono ancora tristemente frequenti.