Anche se può risultare difficile crederlo, l’adozione di veicoli connessi e autonomi (i cosiddetti CAV, connected and autonomous vehicle) è destinata a diffondersi rapidamente: e proprio per scongiurare il rischio di non trovarsi al passo con i tempi, e a corto di infrastrutture che tengano il passo a un cambiamento di tale portata, nelle Midlands è in costruzione la prima struttura nel Regno Unito finalizzata a testare e supportare soluzioni di parcheggio automatizzato.

Lo riporta un articolo firmato da Adam Frost sulla testata specializzata Traffic Technology Today”. Il progetto, che si chiama Park-IT (Trusted Autonomous Parking) ed è sostenuto dal governo britannico, è stato concepito dalla Horiba MIRA, società di consulenza per lo sviluppo e l’ingegneria automobilistica con sede a Nuneaton, nel Warwickshire, in collaborazione con la Coventry University.

I due partner svilupperanno un parcheggio multipiano, aree di parcheggio su strada e ambienti di parcheggio sul campo di prova di Horiba Mira, simulando situazioni di sosta reali al fine di supportare lo sviluppo di tecnologie per il parcheggio autonomo.

La aree destinate al parcheggio autonomo saranno collocate all’interno del MIRA City Circuit, un ambiente di prova sicuro che ricalca il paesaggio urbano, e che permetterà la verifica del passaggio dei veicoli da un ambiente di guida cittadino a un parcheggio dedicato.

La struttura Park-IT sarà supportata da una tecnologia digitale che permetterà agli utenti di replicare in simulazione le possibili situazioni di parcheggio, testando un’ampia gamma di scenari di guida e parcheggio CAV.

Park-IT è uno degli otto progetti finanziati che compongono Testbed UK, l’organizzazione di hub a guida autonoma creata dal governo e dall’industria per accelerare la rivoluzione CAV nel Regno Unito.

Si prevede che i sistemi di parcheggio autonomo apporteranno notevoli benefici al pubblico grazie alle possibilità che offriranno, su tutte quella di prevedere strutture con servizio di ritiro e riconsegna auto. Perché questi benefici possano essere messi in atto, però, sarà necessario risolvere tutti quei problemi che potrebbero caratterizzare gli ambienti di guida autonoma: spazi ristretti, visibilità limitata e assenza di segnale GPS in luoghi coperti.

Inevitabile pensare a come una simile attenzione sarebbe doverosa anche in Italia: un Paese in cui sono presenti importanti case automobilistiche ma in cui, purtroppo, non si guarda con sufficiente interesse verso lo sviluppo della guida autonoma e del ritorno in termini di crescita e produzione di veicoli che saranno obbligatoriamente elettrici.