In fatto di parchimetri e carte di credito, la legge di stabilità… non ha stabilizzato nulla. Scusateci la battuta, ma è indubbio che il comma 901 della Legge di Stabilità 2016 abbia generato un piccolo "pasticcio" normativo e mediatico, a dimostrazione del fatto che leggi e disposizioni, spesso, non sono poi tanto chiare.

La legge in questione, entrata in vigore il 1° luglio, dispone che nelle aree destinate al parcheggio a pagamento mediante dispositivi di controllo della sosta, tali dispositivi debbano accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito o di credito. Come abbiamo scritto in tempi non sospetti, l'obbligo di adeguamento entro il 1° luglio sarebbe stato un problema non di poco conto: molti parcometri sono di vecchia concezione e non possono essere aggiornati, di alcuni non esiste più l'azienda che li produce, e di conseguenza serve tempo per reperire nuovi fornitori e installare nuove strutture. Ergo, oggi non è raro – anzi, è piuttosto frequente – imbattersi in parcometri sprovvisti di Pos.

Lo Studio Cataldi, sito web specializzato in diritto, ha proposto la sua deduzione logica: in caso di parchimetro senza Pos, "i cittadini possono sentirsi legittimati a parcheggiare gratuitamente, senza incorrere in alcuna sanzione". L'affermazione è stata ripresa da numerosi organi di stampa, senza verificarne la veridicità. In realtà la questione è più complessa, e quando le cose sono complesse, le opinioni si sprecano e spesso sono discordanti tra loro. Usiamo ragionevolezza e buon senso: l'indisponibilità del POS non esime il cittadino dal rispettare una norma stradale e civile – quella di pagare la sosta tariffata – data la possibilità di pagare in contanti, con il grattino o tramite smartphone. Antonio Ragonesi, dirigente ANCI, lo ha sottolineato: "la norma in questione non ha carattere esclusivo, ma stabilisce che la sosta possa essere pagata ANCHE in via elettronica".

Rimane, però, la non-chiarezza della legge: cosa accadrebbe se l'automobilista, incentivato da questa "nebulosità" normativa, facesse ricorso e dimostrasse a un giudice di non aver avuto altra possibilità di pagare se non con il bancomat? Possiamo escludere che un giudice di pace possa dare ragione all'automobilista "ingiustamente" multato in un'area con parcometri senza Pos? In teoria sì, ma sappiamo tutti che il nostro è "un paese in cui le norme quasi sempre si interpretano e quasi mai si applicano" (affermazione che prendiamo in prestito da Quattroruote, a firma M.Rossi). Inoltre dobbiamo tenere presente che ricorrere contro una multa è un'azione di per sé onerosa: dopo giugno 2014 la tassa per intraprendere azioni giudiziarie è aumentata del 15%. Oggi l'automobilista che ricorre al giudice di pace dovrà spendere 43 euro, che diventano 98 se la multa supera i 1100 euro. Ora, sia le multe che i ricorsi rappresentano salassi evitabilissimi se solo si ha l'accortezza di avere in tasca qualche moneta per pagare il parcheggio.

In ogni caso, la normativa dovrebbe escludere qualsiasi dubbio, oltre a dare il tempo necessario a comuni e gestori per aggiornare le strutture. Abbiamo sentito Aipark, la cui posizione è piuttosto chiara e condivisibile.

– L’uso delle carte bancarie è solo UNO dei modi possibili di pagamento della sosta, […] l’indisponibilità del lettore di carte bancarie quindi non esime il cittadino dal rispettare una norma del Codice della Strada.

– La Legge di Stabilità nella parte inerente la regolamentazione del pagamento a mezzo carte bancarie non può inoltre essere ritenuta pienamente efficace in quanto non risultano ad oggi emanati i regolamenti di attuazione ivi previsti, indispensabili per l’operabilità della stessa.

La stessa Aipark ha inviato numerose istanze di chiarimento sulla questione (Ministero dei Trasporti, Ministero delle Finanze, ANCI, AGID, ecc). Per ora l'unico feedback positivo proviene dall'ANCI, che informa di un emendamento in discussione alla Commissione Bilancio della Camera per ottenere la proroga di un anno (quindi fino al 1° luglio 2017) della legge in questione. Riportiamo la descrizione dell'emendamento:

L’emendamento ha l’obiettivo di posticipare di un anno l’entrata in vigore dell’obbligo per i Comuni, nelle aree destinate al parcheggio, di accettare anche pagamenti effettuati con carte di debito e di credito attraverso i dispositivi di controllo di durata della sosta dei veicoli. Ciò al fine di consentire non solo l’emanazione dei decreti attuativi previsti (la cui mancanza, ad oggi, crea un vuoto normativo), ma per superare le impossibilità tecniche previste. Tale proroga non incide comunque sulle possibilità di pagamento della sosta, che può comunque essere effettuato nelle altre modalità previste.

Si suppone che seguiranno aggiornamenti. Tuttavia, come sempre, questi "pasticci" all'italiana lasciano un certo amaro in bocca: l'impressione è che istituzioni, gestori, comuni e addetti ai lavori abbiano perso l'occasione, ancora una volta, di "avvicinarsi" al cittadino automobilista, il quale non è certo avvezzo alle beghe burocratiche, istituzionali e giudiziarie del sistema-Italia.