Tariffe variabili: un concetto nel settore dei parcheggi puಠrivelarsi estremamente intelligente. In questo ambito, come evidenziato dal blog Parking Matters, la città  in cui è stato applicato in maniera pionieristica è quella di San Francisco, in California; ma, in generale, l’idea non puಠcerto dirsi nuova, dal momento che sono davvero svariati i settori in cui si è rivelata funzionare con estrema efficacia.

Pensiamo ai viaggi aerei: i prezzi variano da giorno a giorno, addirittura da ora a ora (non a caso ora sono molto in voga applicazioni come Skyscanner che, nel ‘qui e ora’, mettono in evidenza i più convenienti). Ciಠfa ì che un biglietto sullo stesso volo possa avere delle oscillazioni del 40 o del 50% in più o in meno a seconda del momento in cui è stato acquistato. I prezzi, ovviamente, variano anche in base ai servizi richiesti: tutti sappiamo bene, e abbiamo sperimentato spesso a nostre spese, che imbarcare un bagaglio a mano costa meno che destinarlo alla stiva, ma sappiamo anche che il costo puಠvariare in base a come, quando e dove si effettua il check-in.

Un altro campo in cui la parola ‘flessibilità ‘ è all’ordine del giorno è quello sportivo: c’è una bella differenza di prezzo se si acquista un biglietto per una partita o un’esibizione in anticipo, e online, o se lo si compra al momento, allo stadio. Non solo: l’ubicazione dei posti pesa ampiamente sul prezzo finale (pensiamo alla differenza che corre tra i biglietti in tribuna, nei ‘distinti’ o in gradinata); e pesa, infine, l’importanza delle squadre in gara. Insomma, e nuovamente, se facciamo riferimento alla nostra Italia, anche il più tiepido dei tifosi puಠfacilmente intuire che il prezzo da pagare per ammirare il Milan o l’Entella non è esattamente lo stesso, nè sarebbe giusto che lo fosse considerando la diversa portata dei business che gravitano intorno alle diverse squadre!

Ritornando al settore del parcheggio, il professor Donald Shoup, ‘guru del parcheggio’ ormai più volte citato in questa sede in quanto accreditato docente di Pianificazione Urbana alla UCLA (University of California, Los Angeles), ritiene che le tariffe variabili siano un ottimo strumento, purchè nelle giuste circostanze e gestite accuratamente, sia nelle prospettive a lungo termine, sia in quelle a breve termine: e coì facendo avvalora ‘accademicamente’ anche l’idea su cui si basa uno strumento come l’italianissima piattaforma MyParking, che, basandosi su tariffe flessibili, viene incontro alle necessità  di automobilisti e gestori di parcheggio, consentendo ai primi di parcheggiare a prezzi convenienti e ai secondi di implementare il turn over di auto e l’affluenza all’interno delle loro strutture.

Nelle città  in cui vi è grande affluenza, il parcheggio è scarso e la gente sarebbe disposta a fare qualunque cosa pur di trovarne uno, le tariffe variabili – sostiene Shoup – hanno senso (e infatti, non a caso, in Italia MyParking si concentra su grandi città , porti, stazioni, aeroporti; luoghi in cui, in sintesi, viè costante e grande richiesta). Analogamente, prosegue il ‘guru del parcheggio’, possono avere senso tariffe privilegiate per i residenti, o tariffe che premiano comportamenti virtuosi quali l’adozione di auto ibride e utilitarie. Nelle città  che, al contrario, hanno bisogno di dare slancio ai loro centri, laddove ristoranti e attività  commerciali sono in difficoltà , un sistema del genere creerebbe solo confusione e rischierebbe di comprometterne la vivibilità .