“Il 73% degli italiani rinuncerebbe all’auto, se ci fossero i servizi”: questa dichiarazione di Carlo Carminucci, direttore ricerca Isfort, è forse ciò che più colpisce fra quanto emerso nel corso della seconda edizione del convegno Mobility Report, svoltosi a Roma nei giorni scorsi.
Organizzato da AIPARK e ASTTRA, l’incontro, che ha riunito numerosi e autorevoli esperti dei settori della mobilità e della sosta, è stato incentrato sul tema, sempre più attuale e stringente, della mobilità sostenibile.

 

Carminucci ha evidenziato come i servizi indispensabili per poter veramente pensare a un futuro senz’auto includano “trasporti efficaci, intelligenti, inclusivi, puliti e interconnessi”; ma ha anche sottolineato che al momento l’auto, “più inquinante, meno sicura e più costosa rispetto ai mezzi pubblici”, continua a farla da padrona nel modello attuale di mobilità.  Uno dei motivi, aggiungiamo noi, è la spesso carente qualità del servizio di trasporto pubblico in ambito urbano.

 

In effetti basta guardarsi intorno e, soprattutto, scontrarsi in prima persona con immancabili code e ingorghi nelle ore di punta per rendersi conto che le cose non sono ancora cambiate; e che non solo un miglioramento del trasporto pubblico, ma anche una diversa gestione della sosta è essenziale per evolvere nella giusta direzione.

 

A questo riguardo, nel corso del convegno, è stata presentata una ricerca, realizzata da AIPARK, che per la prima volta ha indagato la relazione tra la gestione della sosta tariffata e i componenti del sistema della mobilità urbana. Quest’ultima indagine ha analizzato i dati relativi a 18 città italiane, divise, per numero di abitanti, in tre gruppi, e presi in esame i dati di tre città europee: Barcellona, Lisbona e Amsterdam.

 

“Per rispettare l’agenda ambientale il numero delle auto in circolazione va ridotto drasticamente – ha confermato, presentando lo studio, Laurence A. Bannerman, segretario generale AIPARK e presidente EPA –  e per questo servono soluzioni alternative urgenti, come una revisione ampia delle politiche della sosta: la concessione e il costo dei permessi, le tariffe, i controlli e le sanzioni. Fondamentale puntare sulla digitalizzazione, come già avvenuto ad Amsterdam, dove il rapporto abitanti/posti auto tariffato è 5 a 1, contro il 20 a 1 italiano, e a Barcellona, dove il traffico privato rappresenta solo il 16% degli spostamenti giornalieri contro una media italiana superiore al 65%”.

 

Da dove partire per seguire gli esempi virtuosi di queste grandi città europee? “Dai piani urbani per la mobilità sostenibile – ha affermato Massimo Vernetti, Presidente Confcommercio di Napoli e Presidente onorario AIPARK – Per un miglior funzionamento delle città dobbiamo pretenderne l’attuazione da parte degli amministratori e far sì che si rivedano le regole per arrivare a togliere le auto dalle strade”.  La città partenopea sembra avere preso la giusta direzione: “Napoli è stata una delle prime città a emanare i Pums, e ha aumentato gli introiti da sosta del 40% negli ultimi tre anni”, ha fatto notare Nicola Pascale, Amministratore Unico Spa Napoli.

 

Diversi Comuni si stanno impegnando in questa direzione. A Pisa, per esempio, si guarda agli obiettivi del Piano urbano mobilità sostenibile come l’aumento della velocità dei mezzi pubblici, la tariffazione dei parcheggi differenziata secondo le zone e gli utenti, l’incremento delle corsie preferenziali per il trasporto pubblico, delle piste ciclabili e delle reti pedonali e lo sviluppo della sharing mobility; e a Torino, città da sempre particolarmente impegnata e virtuosa sul fronte della mobilità, si assiste a un processo di riorganizzazione della ztl, che lega l’accesso alla sosta. Sono richieste almeno due ore al giorno per poter entrare, e la tariffa varia in base al livello di emissioni del mezzo. Non solo: si stanno dotando ausiliari e vigili di strumenti tecnologici per ottimizzare i controlli.

 

Resta il fatto che è sempre più urgente e necessario lavorare su più fronti per un miglioramento omogeneo e capillare su tutto il territorio nazionale: tenendo presente, tuttavia, che, come ha fatto notare il Presidente della Società Italiana Docenti dei Trasporti Antonio Musso, l’Italia è eterogenea nei suoi contesti, e che per avviare il cambiamento è importante tenere conto del rapporto tra numero di abitanti, numero di ausiliari e presenza dei parcheggi per residenti.

 

Agire è necessario anzitutto dal punto di vista legislativo: “Potrebbe essere utile sfruttare la revisione del nuovo codice della strada per incrementare la velocità dei mezzi pubblici ed estendere i poteri degli ausiliari oltre le strisce blu”, ha proposto Davide Gariglio, membro della Commissione Trasporti presso la Camera dei Deputati.

 

Anche le nuove tecnologie, tuttavia, possono vestire la parte del leone e contribuire a una concreta e generalizzata evoluzione: l’elettrico ad esempio, come rilevato dal vicepresidente ASSTRA Giovanni Foti, è un’opportunità per l’ambiente e il futuro, e la politica dovrebbe comprenderlo investendo oggi per evitare misure drastiche domani. Resta il fatto che una diversa gestione della sosta rappresenta il presupposto essenziale perché anche l’impiego delle più avanzate tecnologie porti a dei risultati significativi. “L’attuale sviluppo tecnologico ci permetterebbe di essere efficienti e risparmiare materie prime ed energia: guardando il nostro settore, se partissimo ora con un parco automezzi rinnovato, nuove infrastrutture di trasporto, nuove soluzioni modali, potremmo ridurre i consumi del trasporto locale pubblico e privato. Per fare ciò è essenziale il contributo che la sosta potrà fornire, ha chiosato Antonio Di Donna, Presidente Aipark.