L’emergenza inquinamento non è un problema solo italiano: tutta l’Europa è costretta, da qualche tempo, a confrontarsi con una situazione che va facendosi sempre più critica.

Negli ultimi anni infatti le emissioni di monossido di carbonio sono diminuite ovunque e per quanto riguarda l’ozono e le polveri, la situazione è stabile, ma le emissioni di anidride carbonica, responsabili dei mutamenti del clima e dell’effetto serra, sono decisamente peggiorate in tutti i paesi.

Alla Commissione Europea all’Ambiente, presieduta da Margot Wallstrom, si ritiene che la causa principale dell’inquinamento in Italia vada ricercata nella vecchiaia del nostro parco auto.

Auto datate, che inquinano molto, scarsa propensione per l’uso del mezzo pubblico e, in questo periodo, condizioni atmosferiche particolari: una miscela esplosiva che ha fatto scattare tutti gli allarmi, costringendo gli amministratori a provvedimenti d’urgenza, necessari, ma spesso impopolari.

Ma cosa fa, in concreto, la Commissione Europea, per tentare di risolvere in modo uniforme il problema?

I fronti su cui ci si muove a Bruxelles sono due: sul fronte delle emissioni inquinanti di auto e industrie si fissano norme restrittive e si cercano carburanti meno nocivi. Nel 2005 entrerà anche in vigore una nuova direttiva che limiterà le emissioni inquinanti complessive dei diversi paesi.

Sul fronte fiscale si ipotizza una tassa sull’energia, tassa sulla quale però la Spagna ha messo un veto durissimo.

Così, nell’attesa che tutti si trovino d’accordo sui provvedementi da prendere, ciascun paese è costretto ad affrontare da solo e come meglio può le proprie emergenze.