Esiste un filo comune che lega Nord e Sud della penisola.
Un filo, anzi una striscia, rosa.
Rosa come il colore degli stalli di sosta dedicati alle donne.

Sarà  perchè i parcheggi rosa sono ormai una realtà  ben collaudata ad Aosta, Jesolo, Cantù, Rovigo, Parma, Trani e Barletta.
La stessa sensibilità  per le
problematiche e le esigenze delle donne, quindi, accomuna per una volta la parte settentrionale a quella meridionale del Paese.

Lo testimonia ancor di più il cartello che indica gli stalli di sosta dedicati alle donne in stato di gravidanza o neo mamme: una cicogna accompagnata dall’invito
Diamo la precedenza a chi aspetta.
La stessa immagine campeggia davanti agli ospedali, agli uffici pubblici, agli studi di ginecologia e alle farmacie di Aosta,
Trani e Barletta, dove è stato ideato il simbolo (diamo a Cesare quel che è di Cesare, ndr).

A Barletta i parcheggi rosa sono arrivati nell’estate del 2003, su iniziativa della Civica Amministrazione ed in due anni hanno riscosso un discreto successo, come
confermato da Maria Campese, assessore comunale ai Lavori Pubblici:

La città  ha risposto bene a questo invito che, ovviamente, non puಠcontare su nessuna norma sanzionatoria nel caso venga disatteso.
Notiamo infatti una significativa attenzione da parte degli automobilisti uomini a non usufruire dei parcheggi rosa (difficile non notare il misfatto, ndr!!).
Un rispetto forse maggiore se paragonato a quello riservato nell’occupazione di altri tipi di parcheggi dedicati.

All’inizio gli stalli rosa, contraddistinti dalla cicogna riprodotta sui cartelli e sull’asfalto, erano trenta: tutti gratuiti, più lunghi rispetto agli altri e
posizionati in modo da facilitare l’uscita dalle autovetture per le future o neo mamme, magari munite di passeggino.
In seguito il numero è aumentato, anche perchè
gli stessi ginecologi hanno chiesto di predisporli davanti ai loro studi.

A non molti chilometri di distanza, nella città  di Trani, la P rosa è arrivata nel 2004 su richiesta delle stesse mamme e donne del paese.

Qui da noi‘ spiega Mauro Scagliarini, assessore comunale alla Viabilità  di Trani ‘ i parcheggi rosa sono stati istituiti, su proposta del consigliere comunale
Luigi Riserbato, in prossimità  di ospedali, consultori familiari, uffici postali e giardini pubblici.
Luoghi dove è più probabile che si rechino con la loro autovettura le donne incinte o neo mamme, alle quali è doveroso fornire un servizio più attento.

Stessa attenzione si riscontra appunto anche ad Aosta.
Qui il caleidoscopio delle strisce di parcheggio, dopo il bianco, il giallo e il blu, si è arricchito
del rosa a febbraio 2005 con:

– due posti in via Vaccari, a servizio dell’Ospedale Beauregard;

– due posti in via Saint Martin de – Corleans, nel cortile del consultorio familiare di Aosta – Ovest;

– due posti in corso Lancieri, nei pressi dell’IRV;

– due posti in piazza Caduti dei Lager nazisti, all’interno del parcheggio a pagamento dell’Ospedale;

– due posti in piazza San Francesco, vicino ai portici dell’Hotel de Ville;

– due posti in via Guido Rey, non lontano dalla sede dell’Unità  Sanitaria Locale;

– due posti in via Losanna, accanto al Palazzo regionale;

– due posti in via Festaz, nei pressi del consultorio familiare Aosta centro;

– un posto in via Ribitel, dinnanzi all’Ufficio postale.

Qualche mese fa ‘ racconta Marino Guglielminotti Gaiet, vice sindaco ed assessore alla Mobilità  di Aosta ‘ il Consiglio comunale ha approvato l’istituzione di
diciassette parcheggi rosa nelle immediate vicinanze di ospedali, consultori familiari ed uffici pubblici.
L’iniziativa è stata promossa attraverso un’attenta campagna
di informazione a livello locale e, sino ad oggi, ha conquistato il favore delle signore.
Soprattutto, non ha causato proteste e rivendicazioni per la sottrazione agli
uomini di posti auto ad uso quotidiano.
E’ opportuno poi sottolineare che questa segnaletica non costituisce prescrizione ai sensi del codice nella strada, ma, qualora
il posto si trovi in una zona blu, esenta dal pagamento della tariffa di sosta.
Tuttavia, si tratta di una particolare attenzione, richiesta a tutta la popolazione
nei confronti delle donne in gravidanza, che il Comune, in quanto istituzione, ha il dovere morale di diffondere, con strumenti come questo.
L’osservanza è ovviamente
lasciata alla sensibilità  dei cittadini, ma reputo si tratti senz’altro di una causa giusta e concreta.

Tra i pionieri dei parcheggi dedicati alle signore c’è anche il Comune di Cantù.
Qui, già  nel 2003, la Civica Amministrazione aveva voluto le aree di sosta
dedicate, nell’ambito delle iniziative prese dalla Consulta per le Pari Opportunità  .

Si tratta di dodici parcheggi liberi ‘ interviene dal Comune l’ingegner Del Vecchio – , quelli delimitati da strisce bianche, ubicati davanti ad asili, banche
e parchi pubblici nella nostra città  .
L’iniziativa per noi ha voluto coinvolgere, oltre alle donne, la famiglia nel suo complesso.
Quindi ad esempio anche i papà  ,
e perchè non i nonni, che accompagnano figli o nipoti a scuola.
E che, grazie alla cortesia dei loro concittadini, possono agevolmente trovare un parcheggio vicino
all’ingresso dell’istituto?.

Ed ancora, dedicata a signore incinte e neo mamme, l’iniziativa targata Rovigo.
Qui, dal 2003, è operativo un servizio, predisposto da Polizia Municipale e
Civica Amministrazione, davvero innovativo eà¢â‚¬Â¦. conveniente.

Tutte le donne in stato interessante ‘ spiega il comandante dei Vigili Urbani, Silvio Montonati ‘ hanno la possibilità  , recandosi presso il nostro ufficio ed
esibendo il certificato di gravidanza, di ricevere un permesso, contrassegnato da una grande G, con il quale parcheggiare gratis in città  per il periodo di un’ora.

Cambio di colore infine per i parcheggi Brescia, Aurora e Gorizia di Lido di Jesolo:

La nostra società  ‘ interviene Luca Gobbato, amministratore delegato di Jtaca ‘ gestisce questi tre parcheggi comunali, situati nella parte centro Ovest del
Lido ed aperti ventiquattr’ore su ventiquattro.
All’interno delle strutture in oggetto abbiamo destinato speciali aree di sosta, denominate parcheggi verdi, alle
donne sole alla guida, in stato interessante o agli anziani, che magari arrivano al parcheggio carichi di borse della spesa.
Questi posti auto sono maggiormente
illuminati e più vicini all’uscita rispetto agli altri.
Per Jtaca si tratta di una scelta dovuta nel rispetto degli utenti e delle loro diverse esigenze.

Il valore in più che un parcheggio puಠgarantire al cliente passa infatti proprio attraverso l’informazione, la personalizzazione e la valorizzazione del servizio.

Il tema della sicurezza è il cardine dell’iniziativa parcheggi rosa anche a Parma.

Nella città  emiliana, nei mesi di febbraio e marzo 2002, è stata svolta un’indagine, Dinamica Donna, rivolta al pubblico femminile (sei mila le donne intervistate) per conoscere le loro abitudini ed esigenze riguardo alla mobilità  .
Dai dati del sondaggio analizzati, è emerso chiaramente che le donne sentono l’esigenza di maggiore sorveglianza ed illuminazione sia nei parcheggi scambiatori sia nei parcheggi coperti.
Pertanto si è sviluppata l’idea di dedicare un certo numero di stalli alle donne, scegliendo i posti auto siti in prossimità  dell’entrata-uscita pedonale nei parcheggi coperti e quelli vicino alla fermata del bus navetta nei parcheggi scambiatori.
Per la precisione gli stalli di sosta rosa, la cui installazione è stata promossa attraverso la stampa e le tv locali, la newsletter di Infomobility (infomobilitynews) e una lettera a tutte le donne che avevano risposto al questionario, sono posizionati in:

– parcheggio nord, nei pressi del casello dell’autostrada,

– parcheggio sud, in via Langhirano s. da Martinella,

– parcheggio Palasport (non più scambiatore), in via Silvio Pellico,

– parcheggio v. Traversetolo, in corrispondenza dell’Esselunga Traversetolo,

– parcheggio est, in via Emilia Est, in corrispondenza dell’imbocco della tangenziale sud,

– parcheggio ovest, in via Emilia Ovest in corrispondenza dell’imbocco della tangenziale sud.

L’Amministrazione Comunale di Parma ‘ spiega Pietro Vignali, assessore comunale alla Viabilità  – ha espresso l’esigenza di svolgere un’indagine approfondita sulla mobilità  femminile all’interno della città  , poichè anche a livello internazionale, nel bilancio sulla mobilità  sostenibile, gli spostamenti al femminile risultano di notevole entità  : è nata quindi l’idea di un’indagine intitolata Dinamica Donna, prima in Italia per l’argomento specifico affrontato e per numero di persone intervistate.
Infomobility S.p.A. ha ideato il progetto di indagine ed ha concretamente elaborato lo strumento di raccolta dei dati che ha permesso di conoscere la situazione attuale.
L’obiettivo di tale indagine consiste nel monitoraggio degli spostamenti abituali delle donne per valutare la loro influenza e il loro ruolo nel traffico cittadino.

La giornata delle donne, racconta Dinamica Donna, è scandita da molteplici esigenze e di conseguenza i loro spostamenti sono spesso più complessi di quelli della popolazione maschile.
Esiste infatti una mobilità  sistematica costituita da percorsi abituali, come il recarsi al lavoro, che si concentra, nel caso specifico, nell’orario di punta del mattino (7,30-8,30) e una mobilità  erratica, più tipicamente femminile, costituita da tutti gli spostamenti che avvengono nell’arco della giornata, originati dalle più diverse motivazioni e per questo motivo non prevedibili.
Risulta più che mai urgente saper offrire alternative di mobilità  che aiutino le donne ad evitare inutili dispersioni di tempo, a migliorare la qualità  della vita del singolo e della città  intera.

Le principali caratteristiche della mobilità  femminile rilevate dall’indagine Dinamica Donna si riferiscono a:

– la componente erratica,

– la prevalenza di motivazioni tipiche come l’accompagnamento dei figli a scuola, la spesa, le commissioni (oltre alle classiche lavoro e tempo libero),

– la disponibilità  all’utilizzo del bus, della bici e a camminare,

– la non essenzialità  dell’auto per un’alta percentuale (venticinque per cento non la usa mai).

Da questa indagine, e dalle analisi che sono state fatte, sembra possibile affermare che gli spostamenti della popolazione femminile risultano una quota significativa
ed importante nel quadro della mobilità  della città  di Parma; allo stesso modo risulta necessario definire una politica di interventi dedicata alla mobilità  femminile

‘ prosegue l’assessore Vignali – .
I primi interventi possibili sono stati sicuramente quelli che riguardano la realizzazione di aree e spazi dedicati, sia nei parcheggi in struttura che nei parcheggi scambiatori, coì come l’adeguamento del servizio scolastico.
L’accompagnamento dei figli a scuola: soluzione frutto
Dell’indagine per rispondere a questa esigenza è l’Happy Bus, istituito nel 2003 e giunto al terzo anno di esercizio.
Un’indagine motivazionale sui non utilizzatori del servizio potrebbe illuminare le sacche di utenza da raggiungere con altri provvedimenti finalizzati alla mobilità  per fini scolastici.
Sono parte di un progetto
non ancora ufficializzato altre importanti iniziative: misure trasversali come l’infobus e il bike sharing che approderà  a Parma a partire da fine giugno; misure specifiche donna come il servizio di spesa a domicilio e la bici da spesa o il trolley per spesa da utilizzare quando si fa spesa con il bus.

Ultimo centro, in ordine di tempo, ad aver adottato l’iniziativa dei parcheggi rosa è il Comune di Nichelino, in provincia di Torino.

Qui le strisce rosa sull’asfalto sono appena comparse, accompagnate da un segnale verticale che rappresenta una donna incinta con un passeggino.
Gli stalli a disposizione delle donne in dolce attesa o neo mamme sono circa quaranta, posizionati davanti a farmacie, consultori, scuole, uffici comunali o dell’Asl.

Anche la città  di Roma è andata molto vicina all’istituzione dei parcheggi rosa, qualche anno fa.

All’origine dell’idea c’era una ricerca, effettuata dal Movimento Italiano Genitori, sul tema della vivibilità  e mobilità  femminile nella capitale.

Il Moige aveva intervistato ottocento donne con figli o in gravidanza e di queste rispettivamente il 95 ed il 99 per cento aveva risposto ì alla domanda:
Gradirebbe avere un parcheggio riservato sotto casa per consentirle una gravidanza e puerperio più sereno?.

Di questa esigenza si erano fatti portavoce, ad inizio del 2003, i consiglieri comunali Michele Baldi e Fabrizio Panecaldo, che avevano chiesto l’istituzione di parcheggi
riservati per le donne al sesto mese di gravidanza e fino al compimento di un anno del loro bimbo.
Posti auto da posizionare sotto casa delle donne incinte, ma anche davanti ad ospedali ed uffici pubblici.

Sempre interpretando le richieste e le esigenze delle donne romane, Baldi e Panecaldo avevano chiesto, sugli autobus, sei posti riservati alle donne incinte dal terzo mese e per mamme con bambini di età  inferiore ai tre anni.
Infine, la possibilità  per le mamme con carrozzina di utilizzare le piattaforme mobili per disabili presenti nella metropolitana e sui mezzi pubblici.

Queste richieste non si sono trasformate immediatamente in iniziative concrete, ma hanno comunque contribuito ad evidenziare alcune necessità  e a sviluppare una certa
sensibilità  nei confronti dei problemi della mobilità  femminile.
Da questa sensibilità  è scaturita, l’estate scorsa, la campagna Mamme sedute in metrà².

Lo slogan, su locandine, pendolini e adesivi, che invitava i passeggeri a cedere il posto alle donne in stato di gravidanza diceva:Lei aspetta, tu che aspetti?,
un’idea promossa dal Moige con l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma e Met.Ro Spa.

I risultati di quest’indagine, seppur limitata, mostrano una nuova sensibilità  alle esigenze di un sempre maggior numero di donne al volante.
D’altronde il popolo femminile è più numeroso di quello maschile, anche se meno presente a livello decisionale.
Ed allora fa ancora più piacere notare come, a monte della decisione di creare dei parcheggi rosa e di indagare le esigenze della mobilità  femminile, ci siano stati proprio assessori uomini.
Specchio dei tempi che cambiano.

Unico neo, non certo trascurabile, il fatto che siano più i piccoli centri a dedicare aree di sosta ad hoc per le donne, le grandi metropoli sono infatti ancora assenti.

Qui il rosa non ha ancora tinto il grigio colore dell’asfalto, chissà  che in futuro ¦

A. Tordo