Giovani: nonostante il futuro non dischiuda, adesso come adesso, rosee prospettive sono loro il motore che potrebbe muovere l’economia di domani. Giusto dunque facilitarli, sostenendo il loro diritto alla istruzione e premiando in modo particolare chi si sta dedicando agli studi universitari con impegno e dedizione, restando, come si dice, ‘in corso’ e in pari con gli esami.

Apprezzabile, quindi, l’innovativa proposta avanzata, a Torino, dal capogruppo Lega Nord Fabrizio Ricca e dal consigliere comunale Roberto Carbonero, che verrà  valutata nei prossimi giorni: quella cioè di esentare dal pagamento delle strisce blu adiacenti gli atenei del capoluogo piemontese gli studenti in regola sia con gli esami, sia con i pagamenti delle rette universitarie.

Nella maggior parte dei casi cronicamente squattrinati, infatti, i poveri studenti, complice la recente riduzione – nel capoluogo piemontese – di mezzi pubblici circolanti e addirittura l’annullamento di alcune tratte causata dalla rivisitazione del sistema di trasporto urbano, hanno visto impennare le tariffe dei parcheggi blu, che sono diventati, in molti casi e per molti di loro, una soluzione praticamente obbligata.

Di qui l’idea della Lega, che dovrebbe coinvolgere le aree adiacenti Palazzo Nuovo (una delle principali sedi dell’università  torinese), il Politecnico e i palazzi che ospitano le facoltà  di Economia e Commercio ed Architettura. Un progetto intelligente, che, ci auguriamo, sia promosso cum laude dalla giunta comunale (il verdetto dovrebbe arrivare nel giro di pochi giorni) e che potrebbe servire da esempio per molti altri comuni.

Centri tradizionalmente universitari (pensiamo a Padova, Pavia, Camerino) ma anche grandi città , da Milano a Roma, pullulano in effetti di giovani costretti quotidianemente a scontrarsi con lo stress da parcheggio, nonchè con tariffe troppo elevate per le loro tasche perennemente semivuote. Se poi, più maliziosamente, vogliamo pensare che la difficoltà  a frequentare le lezioni o ad andare a dare gli esami possa diventare l’alibi perfetto per i più indolenti, ecco che un’iniziativa come quella proposta a Torino potrebbe funzionare come un ottimo deterrente a considerare il proprio ateneo come, appunto un parcheggio.