Concerti e partite, quando il parcheggio diventa impossibile: dalle azioni città per città alle soluzioni ’fai da te’ 

– di Filippo Serio

 

Passare la serata al palazzetto per un concerto o allo stadio della propria città per una partita di calcio può essere l’occasione per vivere ricordi indimenticabili insieme ai propri cari. Tuttavia, prima ancora di sentire la prima nota o il fischio d’inizio, l’adrenalina è già alle stelle, ma non per l’attesa dello spettacolo. Il vero evento, per molti, è riuscire a trovare un parcheggio.

Si passa da una caccia all’altra, da quella al biglietto a quella al parcheggio. La scena a cui si assiste è identica nella maggior parte delle città: migliaia di automobilisti che ripercorrono le stesse strade, code interminabili ai varchi, nervi tesi e clacson che suonano a ritmo di impazienza.

La disponibilità di parcheggi è un problema sistemico

Secondo l’Associazione Italiana Operatori Sosta e Mobilità (AIPARK), il 30% del traffico urbano italiano è attribuibile a veicoli che circolano alla ricerca di un parcheggio. In parallelo, l’Italia è sui gradini più alti in Europa per numero di autovetture: circa 693 auto ogni 1.000 abitanti, contro una media europea di circa 560/1.000 abitanti.

Ciò che risulta allarmante è il dato sulla disponibilità di parcheggi: mancano oltre 670.000 posti tra stalli su strada e in struttura, numero minimo per avvicinarsi a una copertura adeguata. Sempre secondo i dati dell’osservatorio, per soddisfare il fabbisogno delle principali città italiane (1 posto auto ogni 10 residenti) la strada da fare è ancora lunga. A Roma mancherebbero ben 190mila posti, a Milano 83mila, a Napoli oltre 56mila, a Torino 16.500,  a Genova oltre 9mila 

Danno e beffa

Arrivare in tempo per assistere a spettacoli o match sportivi può diventare un’autentica impresa: non solo si rischia di perdere l’inizio dell’evento, ma anche di accumulare stress e fatica ancora prima di godersi lo show. C’è poi un rischio ancora più elevato: optare per un parcheggio ‘di fortuna’ non propriamente consentito dalla legge che può tradursi in multa o rimozione del proprio mezzo di trasporto privato.

Da non trascurare anche l’impatto ambientale: il traffico generato dall’inutile circolazione dei mezzi alla ricerca di un parcheggio fa aumentare anche le emissioni di C02 e l’inquinamento prodotto, con un effetto negativo notevole sulla qualità dell’aria. 

Ecco le possibili soluzioni, ma lo scoglio è comportamentale

Le amministrazioni cittadine e i gestori della mobilità stanno sperimentando soluzioni: parcheggi in struttura, nuove tecnologie “smart” per la ricerca del posto, prenotazioni online, navette dagli sfoghi urbani.

Ma la cultura dell’auto privata resta forte, e finché la comodità del “parcheggio sotto il palco” resterà un sogno collettivo, il viaggio verso il divertimento continuerà a passare, inevitabilmente, per una prova di pazienza. Occorre una politica integrata della mobilità urbana che consideri il parcheggio non solo come “servizio”, ma come parte del sistema.

Caso per caso: come si comportano le città italiane

Durante concerti e partite, le principali città italiane affrontano situazioni simili con approcci differenti, con soluzioni che riflettono la propria struttura urbana e la morfologia del territorio.

  • A Milano, l’area di San Siro e il Mediolanum Forum di Assago rappresentano due poli nevralgici: i parcheggi dedicati, come San Siro Parking, o quelli di interscambio (Lotto, Lampugnano), si riempiono rapidamente. Il Comune potenzia le linee metropolitane e le navette per agevolare gli spostamenti, accompagnando spesso tali misure con limitazioni temporanee al traffico. 
  • A Roma, dove il nodo dello Stadio Olimpico e del Foro Italico è tra i più congestionati, la carenza cronica di posti auto induce molti spettatori a utilizzare i parcheggi di interscambio come Saxa Rubra o Laurentina, collegati tramite bus e metro, mentre le autorità introducono divieti di sosta e chiusure stradali nei pressi delle aree interessate, specie durante i concerti al Circo Massimo.
  • A Torino, con lo Stadio Olimpico e il Pala Alpitour, risente di parcheggi limitati ma beneficia di una rete di trasporto pubblico efficiente, potenziata durante gli eventi grazie a tram e navette GTT.
  • A Bologna, l’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, situata in area extraurbana, dispone di ampi parcheggi e collegamenti ferroviari e autobus, anche se le uscite post-evento generano lunghe code verso l’autostrada.
  • La città di Napoli, con lo Stadio Maradona e la Mostra d’Oltremare, soffre la densità del tessuto urbano e la scarsità di spazi per la sosta: molti spettatori preferiscono motorini o mezzi pubblici, mentre il Comune organizza aree di sosta straordinarie e navette ANM per gestire i picchi di affluenza.

Soluzioni fai da te per il parcheggio

Il detto ‘aiutati che Dio ti aiuta’ può essere utile anche in questo caso. Tra le soluzioni attuabili a livello individuale da parte dei cittadini ci sono le seguenti:

  • Arrivare in largo anticipo sul luogo dell’evento, ampliando anche le possibilità di trovare un posto libero.
  • Considerare di lasciare il proprio mezzo fuori dalla zona dell’evento, parcheggiare in un’area più distante e usare una navetta un mezzo di trasporto pubblico per gli ultimi chilometri.
  • Valutare soluzioni alternative e ‘green’ come biciclette, monopattino, car-sharing, o addirittura procedere a piedi.
  • Prenotare in anticipo uno stallo in uno dei parcheggi privati disponibili in zona: sempre più operatori, infatti, offrono un servizio di prenotazione online o attraverso app, come MyParking.

Che si tratti di un concerto o un match, la serata perfetta può iniziare già con l’atto più banale — riuscire a parcheggiare senza stress. Ma oggi nel nostro Paese, la caccia al parcheggio è parte integrante dell’esperienza, purtroppo spesso in negativo.