Negli ultimi tempi la guida autonoma sembra essere il santo graal del futuro automobilistico, l’obiettivo ultimo delle case costruttrici e la panacea a tutti i mali della mobilità. Un po’ come se l’utente medio non vedesse l’ora di poter finalmente leggere un libro mentre è seduto al posto di guida di un’auto che viaggia da sola.

Ora, per quanto la tecnologia sia capace di fare passi da gigante, la guida totalmente autonoma vista nell’ottica di un’ipotetica auto-robot senza bisogno di guidatore, troviamo che rappresenti uno scenario ancora molto lontano nel tempo e privo di riferimenti reali. Pensiamo ad esempio alle questioni normative (che succede in caso di incidente?), o proviamo a considerare semplicemente il panorama stradale italiano. Ce la vedete voi una robot-car che si divincola tra buche, traffico impazzito, auto in doppia fila, ZTL, incroci, sensi unici e altro? Gli stradoni americani, dritti e larghi, sono ben altra cosa…

Se invece intendiamo i sistemi di guida autonoma che intervengono solo in determinati casi di sicurezza, o sistemi automatizzati “intelligenti” che aiutano il guidatore in diverse operazioni connesse alla guida, allora parliamo di sistemi del tutto funzionali e di grande prospettiva. Anzi, auspichiamo che le case automobilistiche rendano tali tecnologie sempre più affidabili e fruibili.

Ma cosa ne pensano gli utenti? Quattroruote e Intel hanno realizzato un sondaggio che prova a rispondere a questa domanda. Alcuni dati indicano come le dinamiche della sosta siano sempre in primo piano nei pensieri degli automobilisti. Innanzitutto, alla domanda su quale tecnologia odierna aiuta a rendere la guida più piacevole, un terzo degli intervistati ha indicato i sensori di parcheggio. Poi – dato ancor più rilevante – alla domanda “quali tecnologie vorresti diventassero standard nelle auto del futuro?”, il 25,2% ha indicato di volere dei sistemi di rilevamento dei parcheggi liberi. E lo crediamo bene!

Questo “desiderio” degli automobilisti riflette ciò che affermiamo spesso su questo portale. Una città davvero “smart” persegue l’obiettivo di una mobilità virtuosa senza bisogno di auto che guidano da sole, ma con politiche di organizzazione della sosta che aiutino davvero il cittadino. Allo stesso modo, un’auto davvero “smart” può aiutare l’utente nella ricerca del parcheggio, ricerca che in molti contesti urbani odierni può diventare un calvario. Senza dimenticare che la ricerca del parcheggio alimenta il traffico e congestiona la città. Le moderne tecnologie (basti pensare all’Internet of Things e alle informazioni real time su traffico e parcheggi), possono essere davvero di grande aiuto, a patto che siano a disposizione di tutti. Avevamo scritto qualche tempo fa sull’importanza degli open data: per aiutare davvero gli utenti, le informazioni devono essere utilizzabili da tutti i soggetti pubblici e privati che forniscono servizi al cittadino. Perché no, dunque, anche dalle case automobilistiche.

Il sondaggio citato chiedeva infine ai partecipanti se comprerebbero mai una macchina a guida totalmente autonoma. Il 64,4% ha risposto di no. Se le smart-city mirano ad una migliore qualità della vita dei cittadini, anche le smart-car devono mirare ad una migliore qualità di guida per gli automobilisti. Se guidano da sole, che gusto c’è?